“Quello che abbiamo lanciato da Palermo è un esempio di progetto civico che unisce il centrosinistra allargato, cancella le divisioni del passato e mette insieme tutti intorno all’idea di città che vogliamo sotto una guida forte e autorevole. Una scelta che rivendichiamo come modello politico moderno e innovativo, inclusivo e non divisivo”.

Lo dice il Sottosegretario alla Salute Davide Faraone, commentando la polemica esplosa a livello nazionale sulla scelta del Pd di correre a Palermo con Leoluca Orlando ma senza simbolo in una lista nella quale confluiscono anche Ncd e Centristi per l’Europa.

“Ringrazio l’altro Orlando, e mi riferisco ad Andrea, per aver riconosciuto che da Palermo, dalla Sicilia partono tutti i laboratori politici – continua Faraone – Il nostro, in effetti, è proprio il laboratorio politico dell’unione, fortemente contrapposto a quello della divisione che altri predicano. Dicono di volere il centrosinistra unito, noi lo realizziamo e ci criticano? Non capisco quale sia il problema. Abbiamo unito innanzitutto le forze di centrosinistra, tutte, ma abbiamo fatto molto di più, abbiamo dato vita a una sorta di ‘tridente’: uno schema che si basa sul rapporto virtuoso tra civismo, sinistra, riformisti e moderati. Un modello per vincere non il congresso, che riguarda una parte seppur importante di questo schieramento ma sempre una parte, ma per far vincere Palermo e i palermitani. Un’alleanza a cui il Pd tutto ha detto di sì e che vogliamo esportare alle elezioni regionali di ottobre”.

“Palermo e la Sicilia possono essere un laboratorio per un nuovo ‘campo largo’ e il Pd si mette al servizio di questo progetto – aggiunge il Sottosegretario – Rinunciare al simbolo, non rinunciando alla propria identità, così come hanno fatto tutte le altre forze politiche che partecipano a questa inedita alleanza, è un atto di grande maturità e responsabilità, non certo di debolezza. Il nostro obiettivo non è nascondere il simbolo, ma lasciare il segno a Palermo, in Sicilia e in Italia. Chi pensa, in un contesto politico così incerto, a battaglie simboliche, o non ha inteso qual è la posta in gioco o lo fa solo per guadagnare qualche titolo di giornale”.

“La nostra storia, la nostra appartenenza, il nostro essere Democratici lo esprimiamo con i fatti, con i progetti, con le idee e certamente non ci faremo rallentare o fermare da sterili polemiche – conclude Faraone – Guardiamo al futuro della politica fatta di donne e di uomini di una sinistra riformista e moderata al servizio dei territori e delle loro esigenze. In una parola al servizio di progetti civici nell’interesse delle nostre città, delle nostre Regioni, del nostro Paese. Un progetto civico la cui nascita rivendichiamo con forza e contiamo di replicare anche in futuro”.

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