Cresce l’attesa per il grande incontro di Palermo col Santo Padre Papa Francesco. Avviata da tempo la macchina organizzativa con diocesi, movimenti, parrocchie, aggregazioni laicali, tutti a dare una mano per la buona riuscita dell’evento ma soprattutto attenti alle parole che papa Francesco darà alla Chiesa di Palermo.

CI PREPARIAMO CON FEDE E GIOIA
“Ci stiamo preparando ad accogliere con spirito di fede, di profonda gioia e di filiale e fraterna gratitudine, il Vescovo di Roma, Papa Francesco, successore dell’Apostolo Pietro, che presiede nella Carità di Cristo tutte le Chiese, segno visibile e garante di unità – scrive don Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, in un messaggio alla comunità –. È una provvidenziale, felice e favorevole opportunità non solo per la Chiesa e i cristiani di Palermo ma anche per la nostra amata e martoriata Sicilia”.

Papa Francesco in Sicilia arriva in visita pastorale nella ricorrenza del 25° anniversario dell’uccisione di don Pino Puglisi. La tomba, la casa, il Centro Padre Nostro saranno tappe fondamentali di questa visita.

“Non ci stiamo apprestando a vivere un grande spettacolo! Preparandoci a questa visita noi ci riconsegniamo alla bellezza dell’Evangelo che abbiamo ricevuto e ascoltato, impegnando la nostra esistenza ad una continua conversione e a una condivisione appassionata, entusiasta e creativa della Parola in cui tutti possono trovare ristoro ed energia di vita – scrive ancora il Vescovo –. D’altra parte, non è stato questo il tratto umano e pastorale che ha caratterizzato l’intero ministero di don Pino Puglisi e che tanto ha inciso nella coscienza ecclesiale e civile della nostra amata Chiesa palermitana, in particolare nella vita di tanti giovani?”.

ESSERE FERMENTO IN MEZZO ALLA NOSTRA GENTE
“Siamo chiamati a capire meglio il cammino fatto e quello che ci attende” chiede don Corrado, e chiede ancora di “tirare fuori dalla ricca e significativa testimonianza millenaria della nostra Chiesa cose nuove e cose antiche per continuare ad essere, con slancio missionario, fermento del dono Pasquale dello Shalom e del frutto dello Spirito in mezzo alla nostra gente, tra le nostre case, in vista del compimento del Regno”.

Il Vescovo osserva come “il mondo è cambiato e continua a cambiare a ritmi vertiginosi. Ciò appare chiaro anche a Palermo e nei Comuni della nostra Arcidiocesi, come in tutta la nostra Sicilia. La città secolarizzata è sotto i nostri occhi. La gente della nostra terra si muove ancora all’interno di un orizzonte religioso, che affiora soprattutto durante le processioni patronali, ma si fa ormai fatica a riconoscere collettivamente quei segni della fede che durante la cosiddetta ‘cristianità’ tutti sapevamo discernere quasi insensibilmente”.
“Stando tra la gente si coglie un profondo desiderio di essere raggiunti da una bella notizia – afferma don Corrado –, da un e-vangelo appunto, che arrivi attraverso il profumo di un umanesimo bello, di quella bellezza originaria che lo stesso Dio contemplò nell’Adam terrestre e che è esplosa in Cristo, il più bello tra i figli dell’uomo, il vero Giusto, Colui che ci ama e ci invita a sperare”.

“Nella nuda e concreta storia della nostra gente si riconoscono segni, forse anche inconsapevoli, di una fede audace, di una carità feriale, di una speranza incrollabile. Penso pure alla pietà popolare, all’espressione religiosa che – a volte non senza equivoci e discutibili strumentalizzazioni – mostra la fede del popolo: una spiritualità che non ha l’ambizione di spiegare e di definire nulla, ma esprime un desiderio di vita in cui vibra il grido stesso della fede”.

MA CHE COSA VIENE A FARE IL PAPA A PALERMO?

“Il Papa viene a dirci che la nostra venerata e antica Chiesa palermitana, non esente dalla scristianizzazione e dalla secolarizzazione, è chiamata a riconoscere questo momento come una provvidenziale e propizia chiamata ad un annuncio cristiano che si concentri sull’essenziale, su ciò che è più bello, più attraente e, allo stesso tempo, più necessario”.
“Papa Francesco viene a ricordarci, da successore di Pietro e primo testimone e confessore dell’amore di Cristo, che per predicare al popolo bisogna guardare e saper ascoltare, entrare nel processo che vive, immergersi”.
“Il Papa viene per entrare nello spirito e nella ‘carne’ della nostra terra e del nostro popolo, per aiutarci ad essere Chiesa-casa tra le case, evangelizzatori prossimi e gioiosi, comunità cristiane capaci di riflettere la luce di Cristo che, come la luna, brilla di luce riflessa nella Chiesa”.

Papa Francesco “viene a chiederci di essere una Chiesa «in uscita» dalle proprie mura, una Chiesa che non annuncia una verità dall’alto delle proprie sicurezze, ma semplicemente il Vangelo di Gesù di Nazareth. Una Chiesa ‘nunzia’, ‘prossima’, ‘povera’, che beva fino in fondo il calice della vita ordinaria e del tempo feriale, dentro le tante emergenze sociali del nostro territorio, lì dove il volto umano è rigato dal dolore e sfigurato dal peccato, lì dove abitano i vinti e gli scartati della Terra, dove stanno le vittime delle ingiustizie umane e dei poteri carsici e mafiosi”.

PAPA FRANCESCO VIENE A SOSTENERCI

“Il Papa viene a sostenere la Chiesa di Palermo – dice con passione Monsignor Lorefice –, viene nel cuore di questa meravigliosa Città per chiamarla a ripartire con lo sguardo sempre acuto del Vangelo, con la parola della grazia di Dio per ogni uomo, con l’amore a noi donato, che dobbiamo offrire ad ogni fratello, dal più vicino al più lontano.

Quanta urgenza ha la nostra amata Diocesi di comunità discepole del Vangelo di Cristo Gesù! Vangelo di gioia, di speranza e di accoglienza, incarnato dal Beato Pino Puglisi fino all’ultima goccia di sangue versato per noi tutti, per la nostra Chiesa e per la nostra Città.

“Attendiamo così Papa Francesco! In atteggiamento di ascolto. Sarà questo il miglior benvenuto e il più grande ringraziamento da tributare a lui, vescovo di Roma e fratello nella fede, che viene a visitarci nella gioia del Vangelo!”.