Il pentito parla e si apre uno squarcio nello spaccio di droga allo “Sperone” di Palermo. La retata dei carabinieri scattata ieri, che ha portato a 39 indagati, mette in luce una fiorente attività. E soprattutto la solita connessione tra il traffico di stupefacenti e ambienti vicini alla mafia Palermitana. L’operazione “Dike” ha disvelato come fiumi di droga inondino giornalmente i quartieri del capoluogo siciliano.
La genesi dell’operazione
L’operazione ha una genesi e porta il nome di Alfredo Geraci, il pentito di mafia ultimamente estromesso dal programma di protezione. Le sue rivelazioni si sono confermate credibili. Ed i carabinieri hanno trovato forti riscontri nel corso delle indagini. La colpa di Geraci sarebbe stata quella di aver dialogato con pregiudicati e quindi violato il “codice di condotta” a cui devono attenersi i pentiti.
“Maradona” e il “pilota”
Sono tre i nomi di spicco nell’ambito dello spaccio che il pentito Geraci ha fatto e che hanno trovato riscontro. Si tratta di Santo Di Fata, Giuseppe Manzo e Salvatore Tutone. I tre sarebbero ritenuti associati a cosa nostra Palermitana. Di Fata, conosciuto come “Maradona”, dirigeva la piazza nella quale veniva spacciata sostanza stupefacente di vario genere: hashish e cocaina. Manzo invece era il “pilota” ed era il braccio di destro di Di Fata. E poi c’era Tutone, conosciuto come il “nipote” di “Maradona” che invece svolgeva col fratello Girolamo il ruolo di pusher.
La struttura dell’organizzazione
L’organizzazione criminale aveva come base di spaccio lo Sperone nei pressi di piazzale Ignazio Calona. Tantissimi i clienti che arrivavano dall’intera provincia per comprare cocaina, crack, hashish e marijuana. Sono due i vertici dell’organizzazione che gestivano il rifornimento, l’organizzazione della piazza di spaccio e raccoglievano i proventi dell’attività con cadenza settimanale. Le indagini hanno inoltre consentito di acquisire gravi indizi in ordine alla disponibilità da parte del gruppo di armi da fuoco tanto che, nel corso delle attività, è stata sequestrata una pistola clandestina calibro 7.65 perfettamente funzionante.
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