La villa Europa di Balestrate, meglio conosciuta come l’ex discoteca “La Conchiglia”, è finita al centro dell’inchiesta sfociata nella retata di oggi con 11 indagati nell’ambito di intrecci collegati ad affari di droga. Ma in realtà la villa era solo un’attività collaterale che era finita nel mirino della nota famiglia balestratese Scalici, con il padre Alfonso riconosciuto come uomo organico alla famiglia mafiosa e il figlio Vincenzo, pregiudicato di 46 anni, che ha avuto l’obbligo di dimora in questa operazione con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Proprio quest’ultimo è stato intercettato ed avrebbe rivelato di presunti incontri e rassicurazioni avuti dal sindaco attualmente in carica a Balestrate, Vito Rizzo, il quale però smentisce questi contatti.

Gli appetiti sulla villa comunale

Appare evidente che attorno alla gestione della villa Europa ci fosse un certo interesse. Lo si evidenza dalle conservazioni frequenti che Scalici, padre e figlio, hanno avuto anche con altri indagati e non di questa operazione. Il 46enne racconta anche di un fantomatico incontro avuto con il sindaco Rizzo, tutt’oggi in carica e che ha ufficializzato la sua ricandidatura alle prossime elezioni comunali di primavera, nel febbraio del 2020 proprio riguardo all’appalto per la gestione di villa Europa. In quei giorni emergevano le prime notizie di stampa di quella chiacchierata assegnazione alla società di Scalici, oltretutto unico pretendente per quella gara. Vincenzo Scalici mostra una certa preoccupazione per quel chiacchiericcio e allora ne parla col padre e gli rivela: “Il sindaco … mi ha detto ‘stai tranquillo’… stai tranquillo, io a tuo padre neanche lo conosco!!! Io più di accertare con te… che è stata una gara regolare… hai tatto un rialzo di 1.200 euro… se è come dicono loro… gli facevi un rialzo di 100 euro’. Quindi mi ha detto ‘stai tranquillo…a me queste cose mi scivolano addosso’”.

Il sindaco smentisce: “Non ricordo di alcun incontro”

Vito Rizzo però smentisce di aver avuto mai alcun incontro con Scalici: “Mi sento di escluderlo – afferma -. Non ho assolutamente memoria di un contatto avuto con questa persona, né tantomeno di aver mai pronunciato quelle parole a chicchessia. So solo che noi come Comune siamo in causa con questa società che si aggiudicò l’appalto e che prima della scadenza naturale, dopo appena un anno, non pagò più il canone d’affitto dell’area e abbandonò. La causa è in corso e si sta andando verso la risoluzione della controversia”. Da evidenziare che rispetto a questa vicenda ricostruita nel corso delle indagini dai carabinieri non c’è stato alcun provvedimento da parte della Procura e del Gip.

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