Al processo d’appello in cui è imputato l’ex deputato regionale Ncd Francesco Cascio, sono stati depositati questa mattina i verbali dei costruttori Gianluigi e Giuseppe Lapis che accusano il politico di aver ricevuto favori in cambio dell’aiuto per ottenere finanziamenti per la costruzione di un resort.
In primo grado Cascio è stato condannato a due anni e otto mesi per corruzione. Il pg Emanuele Ravaglioli ha chiesto l’acquisizione degli atti e l’audizione dei Lapis. Richiesta a cui si è opposta la difesa rappresentata dagli avvocati Nino Caleca e Enrico Sanseverino, non entrando nel merito del contento dei verbali (se ne discuterà nella prossima udienza del 6 ottobre), ma facendo leva sulla mancanza di necessità di riaprire il dibattimento in un processo in abbreviato arrivato alle discussioni finali. La corte si è riservata.
I Lapis hanno detto che avrebbero concesso a Cascio un terreno, lo sbancamento, gli impianti, la manutenzione, il cancello, la guardiania di una villa a Collesano e persino l’iscrizione al club e le lezioni di golf. Gli imprenditori hanno infatti ammesso, presentandosi agli inquirenti, di avere fatto regali all’ex assessore regionale al Turismo. I fatti contestati risalgono al 2002 e fino al 2010. Secondo l’accusa, Cascio, mentre era assessore al Turismo e vicepresidente della Regione nel governo Cuffaro (2001-2004), avrebbe consentito a una società titolare di un resort e di un impianto sportivo adibito a campi da golf di ottenere fondi europei. In cambio avrebbe ricevuto “lavori” e “servizi” per la costruzione di una villetta a Collesano, nei pressi dello stesso resort. Cascio avrebbe agito “in concorso” con altri due ex dirigenti regionali, Agostino Porretto e Aldo Greco, che hanno scelto il rito ordinario.
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