E’ crudo il racconto della donna che avrebbe subito violenze da parte di Biagio Adile, ginecologo che dirige l’unità di uroginecologia dell’ospedale Villa Sofia-Cervello.

La donna di 28 anni ha raccontato ai poliziotti in servizio presso la procura del Tribunale dei Minorenni quando successo nell’ambulatorio in ospedale. Il suo racconto è confermato da un file.

“L’ambulatorio sito presso l’ospedale di Villa Sofia è sita nel reparto di ginecologia. – ha raccontato la donna – Era presente fuori dallo studio un infermiera che si. occupava dell’aspetto burocratico cioè delle ricette e del ticket.

L’ ambulatorio di Villa Sofìa è una stanzetta di medie dimensioni non ricordo sé c’era finestra o meno. Vi era una scrivania con vicino un paravento ed il lettino dietro. I tetti nono verdi, ma non ricordo il colore delle pareti. Preciso che il dottore Adile ha’due ambulatori a Villa Sofia che sono due stanze accanto.

In uno ci sono oltre che il lettino e la scrivania anche i macchinari nell’altro solo lettino e scrivania e paravento. Quando lui mi ha fatto “quelle cose” ci trovavamo nell’ambulatorio dove non ci sono i macchinari . Mentre l’ambulatorio privato del Dottore, che è sito nei pressi dello stadio, ho saputo che si trova in via Veneto”.

Nel corso dell’interrogatorio la donna ha fatto ascoltare l’audio registrato con il telefonino.

Il file si riferisce alla visita effettuata presso l’ultima visita in assoluto fatta presso lo studio di Villa Sofia da parte del dottor Adile. L’audio inizia “io sono disponibile,tu fai così. Senza di me che avresti fatto, il primario ti ha visitato”. “Mi ha fatto capire che voleva che io ricambiassi – aggiunge la donna – lui indossava un jeans e aveva il camice bianco dei medici. Ricordo che lui era seduto sulla scrivania e io di fronte, e Adile mi chiedeva dì avere un rapporto orale”.

“Alle mie resistente mi diceva – aggiunge la donna – anzi devi ringraziare che ti ho fatto l’intervento, senza di me che facevi. Lui non voleva essere ringraziato. In quel momento lui girava dalla scrivania, sì poneva davanti a me in piedi, si abbassava i pantaloni e con forza mi prendeva con la nuca e “me lo metteva. Io dicevo no, ma lui diceva. Un poco e basta. Era in erezione, a me veniva da vomitare. Allora lui mi lasciva e poi mi riprendeva per la testa e me lo rimetteva in bocca”.

Una volta finito la donna ha vomitato e il medico ha preso della carta e ha ripulito. “Quello che è successo non lo dimenticherò mai”.

Sulla profilo Facebook del professor Adile si alternano voci discordanti a commento di quanto accaduto: alcuni gli dicono che deve vergognarsi di quanto ha fatto e si scagliano contro di lui, ma altri, che affermano di conoscerlo da molti anni, sostengono che deve trattarsi di un errore e si dicono certi che tutto verrà chiarito.