Le indagini sull’incendio di tre grossi mezzi della Kortimed Sud, ditta che aveva acquisito la società Signorino di Alcamo, hanno consentito di fare luce sul tentativo di mettere in ginocchio una società di trasporti merci concorrente. L’obiettivo dell’atto era quello di riprendere quote di mercato che erano state perse.

Le indagini dei carabinieri di Alcamo

I carabinieri della compagnia di Alcamo hanno ricostruito quanto successo la notte del 10 febbraio dello scorso anno nel piazzale della ditta Signorino in contrada Sasi.

Il tutto grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza piazzati sull’autostrada Palermo Mazara del Vallo, alle diverse telecamere nel capoluogo siciliano, alle intercettazioni telefoniche e all’impianto satellitare montato nell’auto Kia Sorrento di Maurizio Andolina, uno dei quattro arrestati dai militari.

Le due auto utilizzate per raggiungere Alcamo

Sono due le auto che sono state utilizzate per arrivare nel luogo dove è stato appiccato il rogo che ha provocato danni per oltre 30 mila euro. Una Fiat 500 rubata a Palermo in via Lascaris tra il 14 e il 16 gennaio del 2021; l’auto è stata poi trovata bruciata la notte del 10 febbraio non distante dal luogo dell’intimidazione.

La seconda è la Kia Sorrento. Le due auto sono state riprese in direzione di Alcamo dalle telecamere piazzate in autostrada. Attraverso il Gps installato dalla compagnia assicuratrice sulla Kia è stato possibile ricostruire il percorso.

Il percorso della Kia la notte del 10 febbraio

Alle 22.20 l’auto è partita da Villabate in via Faraona, dove abita Maurizio Andolina. Alle 23.11 una prima sosta in via Telesino dove abita Giovanni Andolina, anche lui arrestato dai carabinieri. Poi in autostrada fino a Balestrate per poi imboccare la strada provinciale 63 e la strada provinciale 32 arrivando a pochi metri dall’ingresso del piazzale della società Signorino alle 23.54.

Successivamente alle 00.24 il veicolo ripartiva per fare il percorso inverso arrivando a Villabate all’1.07. Secondo le indagini dei carabinieri e l’intervento dei vigili del fuoco grazie all’allarme lanciato da un vigilante della Mondialpol l’incendio è divampato alle 00.15.

Le intercettazioni telefoniche

Grazie ai tabulati telefonici e poi le intercettazioni è emerso che Maurizio Andolina aveva frequenti contatti telefonici con David Gabriele, amministratore unico della G.T. Group srl, società che alla luce dell’ingresso nel mercato della Kortimed Sud srl, avrebbe subito un calo di fatturato. In un’intercettazione David Gabriele diceva a Maurizio Andolina: “questo lavoro della Kortimed ci siamo ammazzati, ammazzati perché? Che poi ci pugnala sempre”.

E successivamente Andolina chiedeva a Gabriele: “Ti hanno chiamato dalla Kortimed?”, “No Kortimed uno al giorno”, rispondeva Gabriele.

La convocazione in caserma e le paure

Conferme sulla ricostruzione fatta dai militari arrivano dopo il 3 maggio dello scorso anno. Quando Maurizio Andolina viene convocato in caserma dai carabinieri ad Alcamo. Da quel momento Andolina comprende che i militari potrebbero coinvolgerlo nella vicenda dell’incendio. Alla figlia infatti confida poco dopo la telefonata “Pensa che dove sto andando, se quello che penso io, ci sono cinque anni di galera Ka…. Minimo cinque anni di galera” e poi “sono andato per fare del bene e l’ho presa nel c,”. E poco dopo: “loro si sono incassati i soldi, lui si è tolto…..”. Maurizio Andolina e David Gabriele cercavano di trovare le contromisure.

Il consiglio: “Ai carabinieri dici che avevi una relazione”

Per questo lo stesso giorno che si sono incontrati e hanno telefonato a Sebastiano Vinciguerra, indagato per associazione mafiosa che consigliava ad Andolina di riferire ai carabinieri di essere andato ad Alcamo perché aveva una relazione extraconiugale. In effetti Andolina ai carabinieri la sera del 3 maggio dichiarava che era andato a febbraio 4-5 volte ad Alcamo per incontrare una donna. Aveva una relazione extraconiugale ed era successo intorno al 9 o 10 febbraio.