Un carteggio dal sapore un po’ rétro che confluirà in un nuovo spettacolo.
Si chiama Corrispondenze la fase del progetto “Per Aspera ad Astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” e vede protagonisti gli attori reclusi alla casa circondariale Pagliarelli – Lo Russo di Palermo impegnati in uno scambio epistolare con gli altri componenti della compagnia “Evasioni”, diretta dalla regista Daniela Mangiacavallo, che nell’istituto penitenziario ha messo in piedi il progetto, ormai da quattro anni, trasformando i detenuti in attori della compagnia stabile, grazie al lavoro dell’associazione Baccanica da lei fondata. Un esperimento poetico per creare un dialogo tra il carcere, luogo apparentemente chiuso oltre le sbarre, e il mondo fuori.

Le prime lettere della cosidetta Fase 1 sono già partite: ogni ospite della sezione maschile, che partecipa all’avventura teatrale, ha già ricevuto il suo “dispaccio” con le indicazioni e l’invito per costruire insieme la drammaturgia del nuovo spettacolo, il quarto dopo gli applauditi Enigma, La Ballata dei Respiri e Transiti, che hanno debuttato dentro e fuori la casa circondariale.

Un gioco poetico attraverso la scrittura creativa in un momento in cui lavorare in presenza è difficile per il rispetto delle norme anti Covid. Ma l’amore e la passione per il teatro non si fermano, tanto che il motto della regista è per quest’anno “Avanti tutta”.

Formatasi all’interno della Compagnia della Fortezza di Volterra, primo Centro Nazionale di teatro e carcere, fondato trent’anni fa dal regista e drammaturgo Armando Punzo, Daniela Mangiacavallo ha importato a Palermo il modello Punzo, creando un dialogo profondo tra istituzioni, pubblico e detenuti stessi. L’obiettivo è fare del lavoro di attore un’autentica professione per i carcerati e non semplicemente un’attività riabilitativa, tanto che in questi anni Baccanica ha avviato all’interno del “Pagliarelli – Lo Russo” corsi professionali per imparare i mestieri del teatro.

“Questo tempo se pur sospeso e incerto – spiega Daniela Mangiacavallo – ci sta dando la possibilità di sperimentare le più svariate sfumature dell’arte, dell’immaginazione e della creatività, andando oltre la forma. Andiamo avanti inventando innovative visioni dell’intimità”.

Un carteggio, che è un po’ gioco poetico, a cui si aggiungeranno testi, bozzetti, ipotesi di scenografie, per innescare un processo creativo attraverso l’uso della scrittura e che confluirà nel testo drammaturgico che sarà poi utilizzato nello spettacolo dal vivo. E mai come quest’anno l’aforisma scelto per il progetto “Per Aspera ad astra” (dal latino “Fino alle stelle superando le difficoltà”) si è rivelato più calzante, proprio in questo tempo difficile fatto di distanza e solitudine, che in carcere si avvertono ancora di più. Adesso c’è un filo fatto di lettere, carta e profumo d’inchiostro a tenere accesa la speranza.

“Per Aspera ad Astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” vede in rete dodici compagnie teatrali italiane che operano negli Istituti penitenziari, tra cui la Compagnia della Fortezza, che ne è partner capofila. Il progetto è promosso da Acri e sostenuto da Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariplo, Fondazione Carispezia, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Con il Sud, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione di Sardegna.

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