• Seconda archiviazione per il caso
  • L’ex moglie di Maiorana si era opposta
  • Secondo i pm le nuove indagini non avrebbero fornito elementi utili

Il gip di Palermo Marco Gaeta ha archiviato l’inchiesta sulla misteriosa scomparsa di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio, imprenditori, spariti nel nulla ad Isola delle Femmine ad agosto del 2007.

La Procura ha chiesto l’archiviazione

Era stata la Procura a chiedere l’archiviazione, all’istanza si era opposta l’ex moglie di Antonio Maiorana. Sulla misteriosa scomparsa i magistrati indagano da anni.

L’inchiesta

A una prima archiviazione del fascicolo inizialmente aperto a carico di ignoti, è seguita una riapertura dell’inchiesta stavolta nei confronti di due persone: Paolo Alamia, ex socio del sindaco mafioso Vito Ciancimino, nel frattempo deceduto, e il costruttore Giuseppe Di Maggio.

Anche di questa seconda indagine, dunque, la Procura ha chiesto l’archiviazione, ritenendo di non aver raccolto prove sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio. A settembre del 2019, però, il gip ha respinto l’istanza e ordinato nuovi accertamenti in particolare su alcune impronte digitali trovate nella Smart dei due imprenditori, lasciata nel parcheggio dell’aeroporto palermitano il giorno della scomparsa.

Neppure le nuove indagini, secondo i pm, avrebbero fornito elementi utili a un processo: da qui l’ennesima richiesta di chiudere il caso, accolta dal gip.

Le motivazioni del Gip

“I temi investigativi sono stati svolti dal pubblico ministero con un serio approfondimento investigativo, che, però, nulla ha apportato sul piano indiziario – scrive il gip – . Nell’atto di opposizione il difensore, pur riconoscendo la non conducenza nelle investigazioni suppletive svolte rispetto all’ipotesi della responsabilità nei confronti di Di Maggio Giuseppe (Alamia frattanto è deceduto), ha proposto ulteriori temi di indagine che hanno un carattere essenzialmente esplorativo rispetto all’ipotesi dell’omicidio, senza che in qualche modo essi assumono o possono assumere rilevanza a carico di Di Maggio, unico soggetto ancora indagato ma allo stato attinto da un quadro indiziario debole e non suscettibile di essere implementato”.

“Si rammenta che il procedimento è iscritto a modello 21 e che quindi – spiega il giudice – è necessario sempre rapportare il giudizio sulla utilità delle indagini alla persona indiziata che è diversamente verrebbe a trovarsi indagata sine die”.