Sono iniziati gli interrogatori ai politici coinvolti nell’inchiesta che ha portato agli arresti Ettore Morace, armatore della Liberty Lines, Girolamo Fazio, deputato regionale e Giuseppe Montalto, segretario particolare dell’assessore Pistorio.

La prima ad arrivare in Procura a Palermo è stata Simona Vicari accompagnata dall’avvocato Enrico Sanseverino.

Poi toccherà al presidente della Regione Rosario Crocetta e al presidente dell’Ast Massimo Finocchiaro.

I tre saranno sentiti dai pm coordinati da Bernardo Petralia. Simona Vicari, che è indagata per corruzione: avrebbe ricevuto un Rolex in cambio di un emendamento al quale teneva l’armatore Ettore Morace. Si è dimessa da sottosegretario.

Il governatore Rosario Crocetta e il presidente dell’Ast Massimo Finocchiaro, entrambi indagati avrebbero prolungato un contratto a Morace per pochi giorni, in cambio di un finanziamento da cinquemila euro per il loro movimento politico Ripartesicilia.

Nel corso dell’interrogatorio Simona Vicari ha restituito il Rolex ai magistrati. “L’ho considerato un regalo di Natale, non gli ho dato alcun peso. Ma certo, alla luce di quanto è accaduto, non lo accetterei”.

Simona Vicari avrebbe perorato un emendamento legislativo in favore dell’armatore Morace e avrebbe avuto in cambio proprio l’orologio.

“Un indebita ingerenza nell’attività parlamentare”: così in una breve memoria difensiva, depositata ai pm che dovevano interrogarla, l’ex sottosegretario ai trasporti Simona Vicari ha definito l’inchiesta che la vede accusata di corruzione.

La parlamentare di AP si è presentata in Procura insieme al suo legale, l’avvocato Sanseverino e ha affidato allo scritto la sua difesa riepilogando la complicata vicenda dell’emendamento che, secondo l’accusa, avrebbe favorito l’armatore Ettore Morace.

Per i pm la norma sarebbe stata “sollecitata” da Vicari che, in cambio, dall’armatore avrebbe ricevuto un Rolex. Molto diversa la ricostruzione della difesa. “Prima del 2006 – spiega l’avvocato – i trasporti marittimi di breve e corto raggio erano esenti da Iva.

Una direttiva europea impose ai Paesi membri di applicarla. L’Italia decide di fissarla al 10% solo per i trasporti a lungo raggio. A quel punto le associazioni di categoria degli armatori che facevano trasporti a corto raggio chiesero l’applicazione della stessa aliquota ai loro servizi, per poter utilizzare le detrazioni fiscali”.

“A quel punto con parere favorevole dell’ufficio legislativo del ministero dei Trasporti, poi condiviso dal ministero delle Finanze, un parlamentare di AP, partito della Vicari, decise di applicare l’Iva al 5% ai Trasporti marittimi di corto raggio.

“Come è possibile – ha detto Sanseverino – dire che da questa scelta puramente politica è stato avvantaggiato solo Morace? Sono decine gli armatori che ne hanno tratto beneficio”. Infine nella memoria depositata si definisce “una banalità” l’accusa secondo la quale Vicari avrebbe fatto pressioni per evitare la nomina di un consulente in commissione Trasporti all’Ars inviso a Morace.

“La parlamentare – ha spiegato l’avvocato – disistimava il consulente e ha manifestato al un collega la sua opinione circa l’inopportunità della sua nomina”.