Lo scorso 8 settembre, in occasione del “Kalama Fest”, nella splendida villa degli ausiliari guardia costiera di Pizzo Sella, proteso sul brillante golfo di Mondello, è stato proiettato “D(e)ad and Me”, un cortometraggio horror, diretto dal giovane regista bagherese, Fabrizio La Monica, al quale abbiamo chiesto perché realizzare un genere poco sfruttato in Sicilia.

“Dopo anni di prodotti più seri ed impegnativi, ho deciso di tornare al genere trash col quale ho iniziato la mia carriera cinematografica, realizzando vari film e cortometraggi, tra l’altro, un ritorno molto gradito dato anche l’entusiasmo che ho messo nel crearlo”.

-Ce ne accenni la trama. “Protagonista è il giovanissimo Robertino costretto a trascorre un week end col padre, prossimo a divorziare dalla moglie. Il rapporto tra padre e figlio è molto spigoloso per cui, più che instaurare una conversazione, i due parlano con monosillabi e, improvvisamente, vengono assaliti da un gruppo di feroci zombi. Robertino è interpretato dal bravo esordiente Roberto Chimento, di quasi 12 anni, mentre l’esperto Roberto Romano, è il padre. Al di là del risultato finale –continua La Monica– questo cortometraggio per me ha un grande valore. Ho stretto un sodalizio lavorativo molto forte con l’attore Roberto Romano, tant’è che è diventato co-produttore e protagonista del nuovo lungometraggio che Kalama Film sta realizzando in questi mesi. Inoltre, ho riscontrato disponibilità e generosità da parte di tutti i partecipanti al corto; dalle truccatrici Francesca Mennella e Rosy Avellino, al grafico Paolo Tinnirello e al fonico e aiuto regia Samuele Lindiner. Per non parlare di un divertito Ferdinando Gattuccio, nelle vesti del “capo zombi”. Grande partecipazione da parte degli “zombi”, in totale 22 attori, con menzione speciale per Andrea Avellino che ha generosamente rifocillato la troupe, e non solo, con prodotti del proprio panificio”.

A proposito di Roberto Romano, come abbiamo scritto in altre occasioni, è un attore dal fisico prestante e dotato di una naturale “maschera” che gli permette di interpretare qualsiasi ruolo: il semplice uomo della strada, il barbone, il corsaro, l’impiegato, il manager, il moschettiere, persino un ispettore di polizia o un giudice. Forse, in Romano, c’è “l’istinto mimico” indispensabile per il lavoro dell’attore, come osservava il regista Orazio Costa.