La squadra mobile di Palermo ha notificato a 30 commercianti palermitani un avviso di conclusione indagini poiché indagati nell’ambito di un’ampia inchiesta che riguarda presunte truffe ai danni del Comune di Palermo sul pagamento della Tares, il tributo dei rifiuti.
Si tratta del terzo filone di una indagine, cosiddetta “furbetti della Tares”, avviata nel 2014 che ha portato all’arresto di 4 funzionari comunali dell’ufficio tributi per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa, istigazione alla corruzione e falso materiale. La notizia è riportata da La Repubblica.
Gli indagati odierni sono tutti commercianti titolari di supermarket, negozi, ristoranti e laboratori artigiani. Sono accusati di aver falsificato la quadratura dei negozi, grazie a un geometra compiacente, al fine di pagare cifre inferiori anche dieci volte meno di quanto dovuto. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Palermo.
Le persone indagate dovranno rispondere del reato di truffa aggravata.
L’indagine madre partì sette anni fa dall’esposto del sindaco Leoluca Orlando. Nel 2014 partirono i primi avvisi, poi nel 2017 il secondo filone. Il sistema era semplice: bastava pagare una mazzetta per vedersi ridurre fino al 90 per cento i metri quadrati su cui calcolare l’imposta sui rifiuti.
La Procura regionale della Corte dei conti ha anche chiesto nel 2018 un milione d 950 mila euro ai quattro dipendenti del Comune di Palermo in servizio all’ufficio Tributi finiti sotto inchiesta a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa, istigazione alla corruzione e falso materiale. La procura contabile spedì un invito a dedurre per Cesare Pagano, Gaspare Tantillo, Antonino Borsellino e Ida Ardizzone, in servizio tra il 2010 e il 2014 presso l’ufficio Tributi finiti sotto indagine per avere chiesto soldi ad imprenditori che ottenevano uno sconto della tassa sullo smaltimento dei rifiuti.
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