Inizia a montare l’onda dell’epidemia di influenza a Palermo, soprattutto tra i più piccoli. Primi casi e primi ricoveri, per fortuna non gravi, con una situazione che sembra sotto controllo.
Epidemia all’inizio
L’epidemia è comunque all’inizio e le corsie e i pronti soccorsi non sono ancora pieni, per fortuna, come spiega la professoressa Claudia Colomba, Direttore UOC malattie infettive pediatriche dell’ospedale dei Bambini di Palermo: “Ci sono già i primi casi, lo abbiamo visto facendo i tamponi nasali – dice -. Da lì vediamo che tipo di virus è, e abbiamo individuato quello dell’influenza. Ancora l’epidemia non è iniziata, lo farà col freddo. Ma è ancora presto, bisognerà vedere l’impatto quando i casi saranno in forte aumento”, dice la professoressa Colomba.
Importante vaccinare i bimbi
“E’ importante vaccinare i bambini per l’influenza, in modo tale da scongiurare eventuali complicazioni e ricadute ricorrenti. Lo scorso anno la popolazione pediatrica dei primi anni di vita ha dovuto scontare il cosiddetto “debito immunitario” – dice il professore Giovanni Corsello, professore ordinario di Pediatria all’università di Palermo – dovuto al fatto che nell’anno precedente il confinamento in casa e l’uso diffuso di mascherine e mezzi di protezione individuale avevano ridotto in modo notevole la diffusione dei virus respiratori, facendo aumentare il numero di soggetti suscettibili senza risposte immunitarie specifiche di protezione anche indiretta – dice -. Quest’anno almeno in parte questo debito è stato saldato e si prevede una riduzione del numero e anche in media della gravità dei casi. Dobbiamo aspettarci comunque nei bambini più piccoli esposti ai contagi perché frequentano asili nidi o scuole primarie un maggior numero di casi di infezioni respiratorie ricorrenti. Situazioni che vanno gestite e trattate in stretta relazione con il pediatra di famiglia, per accelerarne il decorso e trattare tempestivamente eventuali complicanze e sovrainfezioni batteriche. È necessario però ribadire che la frequenza scolastica è per i bambini una necessità e va garantita anche a fronte del rischio di infezioni ricorrenti, invitando naturalmente le famiglie ad evitare di far frequentare ambienti scolastici a bambini che hanno sintomi respiratori in atto, perché aumenta il rischio di contagiare gli altri ma anche il rischio di andare incontro a complicanze o a forme cliniche più gravi.
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