Proteste sul sistema scolastico ma in primiis sullo stato fatiscente delle strutture scolastiche. Proteste che diventano molto spesso ed ogni anno occupazioni. Il primo di quest’anno è stato il liceo scientifico Benedetto Croce, nel cuore di Ballarò . Gli studenti del liceo hanno occupato i locali della scuola in seguito ad un’assemblea studentesca durante la quale si sono svolte delle votazioni in merito alla stessa occupazione culminate con una presa di posizione degli studenti riguardo le condizioni in cui vessa l’edificio.

“Riteniamo inaccettabile – afferma Agostino, rappresentante di istituto – che gli studenti, del nostro liceo, siano costretti a svolgere le ore di lezione in un edificio non idoneo alle nostre esigenze. Il motivo centrale della nostra protesta riguarda il plesso succursale di via Corazza, di proprietà della Curia. Infatti c’è una disputa in corso da anni tra il Comune e la Curia, per stabilire chi deve sostenere le spese della ristrutturazione dell’edificio. Come al solito a pagarne le conseguenze siamo noi studenti che veniamo costretti a svolgere le nostre ore di lezione in un edificio per nulla adeguato alle nostre esigenze e, soprattutto, in assenza di sicurezza.

Ciò porta noi studenti alla necessità di prendere una posizione in merito, proprio perché crediamo fermamente che chi ha il dovere di occuparsi della sicurezza di questo edificio non lo faccia a pieno titolo. A partire da questa occupazione, intendiamo riportare l’attenzione sulla fatiscenza e sulla mala gestione non solo del nostro istituto ma anche di quelle di tutte le altre scuole della città. Frutto, questo, di un chiaro piano previsto dalla legge 107 che vede sempre meno finanziamenti destinati alle scuole del Sud”.

“La nostra protesta – continua Salvo, studente dello stesso Istituto – non vuole chiudersi all’interno delle nostre mura ma vuole espandersi. Non è una protesta che riguarda solo noi, ma tutti gli studenti. Per questo è necessario che tutte le scuole di Palermo si sentano coinvolte e accolgano la nostra proposta di mobilitarsi”.

Un altro motivo al centro delle protesta il sistema alternanza scuola-lavoro sullo sfondo di molti cortei che si sono svolti nelle settimane scorse. “Riteniamo inaccettabile che ogni studente debba svolgere 200 o 400 ore di alternanza scuola-lavoro totalmente gratuite, quando dall’altro lato la disoccupazione giovanile continua a crescere esponenzialmente. Vogliamo essere pagati per il nostro lavoro, vogliamo scuole sicure, vogliamo che la nostra dignità di studenti non venga più calpestata”.