Iniziata la posa del mosaico Galati-De Spuches all’interno del padiglione espositivo, realizzato dall’architetto Paolo Palmeri nell’ex chiostro di San Rocco, che ospiterà il pavimento musivo proveniente da una villa tardo romana scoperta da Giuseppe De Spuches, principe di Galati, in contrada San Nicola, a Carini, nel 1873.

“Quando la Sovrintendenza mi ha chiesto di sviluppare un progetto – spiega l’architetto Paolo Palmeri – ho proposto una struttura in acciaio e vetro che fosse in qualche modo reversibile e che si inserisse nel contesto storico dell’ex chiostro senza snaturarlo. Da qui sono partito per realizzare il progetto del padiglione le cui superfici in vetro ripropongono – per riflesso – lo schema del portico, oggi in parte non più esistente”.

“Dopo più di un secolo di girovagare in ville private e nei magazzini di altri musei – commenta il sindaco Giovì Monteleone – il preziosissimo reperto archeologico, testimonianza dell’antica Hykkara tardoromana, è tornato a casa dove è stato restaurato dalla ditta Ivana Mancino”.

“Il restauro – spiega la restauratrice Ivana Mancino – è consistito nel pulire chimicamente i 76 pannelli che compongono il mosaico, più una serie più piccola che non è mai stata esposta perché non entrava nell’oratorio di San Filippo Neri dove fino al 2014 si trovava il pavimento musivo. Quello che oggi volge alla fase finale è stato un lavoro molto importante, anche per il prestigio dell’opera, durato un paio di mesi. Dopo il montaggio inizierà l’ultimo step del restauro che consisterà nel consolidamento, per far affiorare i colori del pavimento musivo in pietra, in cotto e in pasta vitre, e nella stuccatura conservativa”.

“Appena sarà completato il montaggio dei pannelli musivi – dichiara l’assessore ai Beni e alle attività culturali Salvatore Badalamenti – il chiostro subirà un piccolo intervento di ristrutturazione e, a seguire, il padiglione sarà finalmente inaugurato e aperto al pubblico”.

Turisti e cittadini potranno così ammirare il meraviglioso mosaico, grande ben 142 metri quadri, sotto tutela della Sovrintendenza dal 1999 ed esposto dal 2007 al 2014 nell’oratorio di San Filippo Neri, all’Olivella, a Palermo. La storia travagliata del pavimento viene ripercorsa nel libro dal titolo “Mosaico De Spuches/Galati”, scritto da Giuseppe Randazzo e Giovanni Filingeri e presentato ieri al Castello La Gru Talamanca. “Gli autori, attraverso una minuziosa ricerca archivistica – spiega Monteleone nella lettera che apre la pubblicazione – sono risaliti al luogo di provenienza del mosaico che a sua volta ha aperto un nuovo orizzonte di studio sulla complessa realtà archeologica dell’antica Hykkara, perché amplia l’area insediativa del vicus romano”.

All’interno dell’ex chiostro di San Rocco, dove attualmente si trova il mosaico, sorgeranno anche un museo e un laboratorio didattico per lo studio del mosaico. “Questi luoghi, insieme agli altri monumenti restaurati e al neonato museo delle catacombe di Villagrazia, di proprietà della Regione, costituiranno – conclude il primo cittadino – un’altra tappa del percorso storico culturale patrimonio dei carinesi da trasmettere alle future generazioni”.