I giudici della corte d’appello della sezione lavoro del tribunale di Palermo hanno condannato Ksm a reintegrare il dipendente Fabrizio Geraci, che era stato licenziato e risarcirlo con un’indennità pari a dodici mensilità, cui si aggiungono contributi previdenziali, assistenziali e il pagamento delle spese legali.

I giudici Michele De Maria, presidente, Cinzia Alcamo consigliere Carmelo Ippolito hanno accolto le richieste degli avvocati di Geraci, Ignazio Fiore, Giuseppe Varisco e Salvo Cangialosi, stabilendo “la ratio dell’istituto in oggetto – si legge nella sentenza – configura presupposto indefettibile per l’operatività del cambio d’appalto, quale legittima causa giustificativa del licenziamento da parte della società uscente, l’effettivo e incondizionato subentro di un altro istituto di vigilanza nel medesimo appalto di servizi”.

Una delle due guardie giurate in questione, il segretario provinciale del sindacato autonomo di categoria Saves Fabrizio Geraci, era stato licenziato nel 2017, dopo quasi 30 anni, chiudendo la sua esperienza con la società di vigilanza privata quando lavorava davanti a una delle filiali Unicredit. Dopo la lettera inviata dalla Ksm e la comunicazione sul cambio d’appalto alla Sicilia Police srl, che sarebbe dovuta subentrare nel servizio è arrivato il licenziamento.

“La scrivente società – scrivevano in una lettera inviata alla guardia giurata – ha tuttavia deciso di non poter espletare il suddetto servizio di vigilanza per come comunicato alla Ksm Security ed agli uffici competenti. Con la presente siamo spiacenti di comunicarle, pertanto, che non ci è possibile assumerla alle nostre dipendenze”.

Secondo i giudici il meccanismo adottato dagli istituti di vigilanza sarebbe servito solo a eludere le norme e il contratto collettivo nazionale del lavoro. “Un modo del tutto legale, afferma il sindacalista -, di privare il lavoratore delle tutele previste dall’articolo 18, ed è al contempo un modo per ‘eludere’ eventuali licenziamenti individuali”.

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