“Il popolo è juventino come me, la casta, invece è interista” parola del presidente della Regione. Lo ha detto davvero il Presidente Rosario Crocetta dichiarandosi juventino tanto per dare un motivo in più, stavolta calcistico, per attirarsi addosso antipatie. A prescindere dalla ‘fede’,infatti, si sa che la Juventus è una delle squadre che attira più antipatie in Italia, almeno tante quante simpatie. E si sa che quelle calcistiche, da qualsiasi lato la si guardi, sono le antipatie più difficili da superare in Italia.
La metafora calcistica l’ha usata durante il discorso di chiusura della Finanziaria regionale per invitare al voto i deputati. Ma non è stata questa l’unica ‘trovata’ a sorpresa del presidente ‘operaio’.
Nello stesso discorso Crocetta è riuscito a dirne anche un altro paio. Per spiegare, con una incomprensibile metafora, il motivo per cui non si doveva bocciare la finanziaria e le spese che vi sono previste e per ringraziare il parlamento del voto su Riscossione Sicilia,. Crocetta ha raccontato di aver ricevuto una bolletta del gas da 220 euro a casa “ma io a Gela non ci sono mai – ha detto – e poi il riscaldamento sta spento. Qualcuno dovrebbe spiegarmi perché c ‘è questo consumo” e poi, per giustificare i deputati ‘evasori’ attaccati dal Presidente (silurato) di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo ha aggiunto “Io non ho potuto ricevere la bolletta perché non ci sono mai. Allora risulterà che sono moroso sol perché non so di dover pagare”.
Il Crocetta pensiero fa, poi, il suo volo pindarico nel raccontare l’importanza della legge sul demanio marittimo che destagionalizza il turismo: “Toccherà ai comuni mettere a frutto la legge ha detto – queste montagne potranno fruttare oro”.
Ma anche se la palma spetta certamente a lui, il Presidente, non sono mancati momenti di sana ilarità legati ad altri interventi. “I sordomuti e i ciechi sono stati enucleati” secondo l’assessore all’economia Alessandro Baccei. Naturalmente voleva comunicare che l’articolo per i finanziamenti era stato spostato.
C’è chi tenta improbabili citazioni latine inglesizzate come “obtort coll” oppure chi aggiunge vocali inutili “questo articolo è obbissoleto”.
Fa quasi tenerezza, lui, il deputato Giuseppe Milazzo che durante la trattazione dell’articolo 7 è intervento, sereno e naturale “siete tutti inconcreti, io voterò sì per tenerezza”.
Ma lui, il presidentissimo li batte tutti quando esordisce: “Io vorrei essere spiegato da voi quando ci si accaponisce…” e lascia lì la frase con tutti ancora a cercare di capire dove volesse arrivare.
L’elenco potrebbe continuare all’infinito e dopo una settimana di ‘panzane’ neanche ne ricordiamo più. Non ce ne vogliano deputati e governanti, in fondo li apprezziamo per queste cose che ci rendono meno ‘triste’ seguire le sedute di un Parlamento ormai alla frutta.
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