Per D’Annunzio era l’Unica, il Kaiser Guglielmo II la chiamava invece La Divina, in molti la conoscevano come Regina di Sicilia, per tutti era semplicemente Donna Franca. Una bridal collection firmata MORE, brand di moda made in Sicily della stilista Morena Fanny Raimondo, ispirata a Franca Florio, gentildonna palermitana, moglie di Ignazio, uno dei massimi pionieri del secolo, considerata ancora oggi simbolo dell’emancipazione femminile e uno dei personaggi di maggior prestigio della Belle Epoque non solo siciliana, ma europea.
Una collezione per le spose che prende origine dagli abiti indossati da Donna Franca, abiti couture di fine secolo, dall’estrema eleganza e raffinatezza. È dai dettagli che nasce la collezione di abiti da sposa Franca Florio, cinque per l’esattezza, Unica, Divina, Florio, Giulia e Igiea. Sullo sfondo il filo conduttore è lo stile floreale del tempo, che rivive adesso sui ricami, sulle applicazioni o sulle samper dei tessuti, rifacendosi non troppo velatamente al periodo Liberty. E al maestro che più tra tutti rappresentò i Florio e l’interno movimento: Ernesto Basile.
Lo stile che contraddistinse, infatti, le opere di Basile fu quel Liberty che ancora oggi decora la città con i guizzi ricercati fatti di ricami e curve che ricordano tanto i fiori tipici dello stile di quel tempo. Tra le sue migliori creazioni il Villino Florio, Villa Igiea, il Villino Favoloro e, non ultimo, il Teatro Massimo. Ed è proprio il Villino Florio, dove sono presenti le caratteristiche essenziali dell’architettura di Ernesto Basile, in un edificio scenografico fatto di scale, torrette, archi e avancorpi, ad aver ispirato maggiormente la collezione bridal Donna Franca.
I motivi delle carte da parati in tessuto, disegnate dallo stesso Basile e recentemente riportate all’antico splendore dopo il restauro, tra il gotico e il rinascimentale, rivivono nei pizzi e nei tessuti degli abiti da sposa realizzati dalla stilista Morena Fanny Raimondo. “Donna Franca è la figura centrale per la bridal collection di MORE – spiega la stilista – ma non posso negare che Basile, con le sue linee architettoniche e le decorazioni delle sue ville, mi abbia fortemente influenzato. Mi sono avvicinata al movimento artistico del periodo Liberty, ma è un po’ tutta l’art nouveau ad avermi ispirato”.
Una donna, Franca Florio, che ha rappresentato il secolo siciliano per stile e avanguardia. Quasi tutti i vestiti che acquistava, disegnati e creati solo per lei, erano della maison Worth a Parigi, lo stilista che oggi viene considerato come il padre dell’haute couture. “Franca Florio rappresenta un ideale di donna che mi piace molto – spiega ancora Morena Fanny Raimondo -. È una donna elegante, sensibile e fiera, il cui mito è arrivato fino a noi grazie alla sua modernità. Iniziò l’emancipazione delle donne nel periodo in cui nacque anche la stampa femminile, in cui si ebbe maggiore libertà nella moda. Donna Franca, in questo senso, è un ponte verso il futuro delle donne”.
Gli abiti della bridal collection Donna Franca sono cinque e rievocano, sin dai nomi, simboli fondamentali della vita della signora Florio. C’è Unica, in cadi di seta e pizzo chantilly bianco, con fiori in pizzo intagliati e applicati a mano che rappresentano il continuo legame ai motivi floreali tipici del Liberty, che rievoca il nome affibbiatole dall’amico e poeta D’Annunzio con cui era riconosciuta in tutta Europa. C’è Divina, l’abito da sposa in duchesse di seta color champagne, anche questo con applicazioni di fiori in tulle e organza lavorati a mano, che rievoca l’altro soprannome di Donna Franca.
L’abito che, però, rende omaggio alle pareti del Villino Florio appena restaurato e riconsegnato alla città di Palermo è il Florio. Un abito da sposa in satin bianco stampato a motivo floreale “ton sur ton” color champagne, la cui stampa del tessuto, realizzata in esclusiva da MORE, riprende i motivi floreali del secondo ambiente della residenza estiva di famiglia. Poi c’è il Giulia, come l’ultima dei cinque figli dei Florio. Le linee di questo abito in tulle e satin interno bianco si ispirano ai tagli degli abiti infantili, per voler ricordare l’eterna giovinezza e il romanticismo fanciullesco. Infine Igiea, in tulle e crepe interno bianco con applicazioni irregolari di fiori di organza di seta, trae ispirazione dalla ninfee rappresentate nella sala Basile di villa Igiea.
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