La Corte dei conti ha celebrato oggi a Palermo il 70° anniversario della sua presenza in Sicilia con un evento svolto alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Nell’occasione abbiamo rivolto alcune domande ad Angelo Buscema che dallo scorso dicembre è il Presidente nazionale della Corte dei conti. Buscema è anche figlio d’arte in quanto il padre, Salvatore, Presidente onorario della Corte, è stato uno dei massimi esperti di contabilità pubblica ed ha seguito tutta l’evoluzione e l’innovazione normativa in materia di contabilità pubblica “insegnandola” a tutti.

Presidente la sua nomina è un segnale importante per la Corte, anche in ragione della lunghezza del suo mandato

“E’ innanzitutto per me un onore poter servire il mio Istituto nel ruolo di massima responsabilità. Nel momento in cui sono stato nominato non ho guardato al futuro ma ho ricordato ogni attimo speso nelle aule e nei corridoi della Corte accanto ai colleghi che sento essere parte fondamentale della mia famiglia ”allargata”. Per colleghi intendo tutta la Corte, dagli ausiliari che salutano la mattina a tutta la squadra amministrativa che è un tutt’uno con quella magistratuale. La Corte è una grande macchina al servizio del Paese e, per le riforme del futuro, ho già inforcato gli occhiali del miope per guardare lontano, ai diritti dei cittadini che la Corte deve garantire vigilando sulla spesa pubblica e avendo il coraggio di cambiare anche se stessa. Aggiornando la macchina della Corte arricchiremo un patrimonio pubblico”.

Quali sono le nuove prospettive e i nuovi compiti che attendono la Corte dei conti sotto la sua guida?

“In prospettiva, ritengo che nei prossimi anni ci sarà molto da fare nel solco di un cammino centenario della Corte così come voluta da Cavour. In primo luogo è necessario che le decisioni future siano prese il più vicino possibile ai cittadini, conformemente al principio della sussidiarietà, richiamato anche nei trattati dell’Unione Europea ma anche nella dottrina sociale della Chiesa. Una particolare attenzione va riservata agli interessi di rilevanza Costituzionale ed in particolare quelli caratterizzanti i livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali. La Corte accompagnerà le scelte di politica economica verso un bilanciamento difficile teso alla ricerca del punto di equilibrio tra la necessità di rispettare i vincoli di bilancio e il rispetto dei diritti incomprimibili dei cittadini.
E’ mio convincimento che un valido sistema di controlli e garanzie, possa rafforzare la fiducia e il dialogo tra le Istituzioni e soprattutto tra i cittadini e le istituzioni”.

Nel giorno del Suo insediamento ha affermato la necessità di realizzare un’attenta selezione degli interventi e degli strumenti su cui far leva per l’azione di politica economica e di bilancio. Cosa intendeva affermare?

“Ritengo che in un contesto internazionale attraversato da tensioni e da continui cambiamenti, che rilancia ogni volta nuove sfide, la politica dovrà essere in grado di misurarsi con i cangianti orizzonti e soprattutto dovrà avere le capacità per guidare, nell’interesse della collettività, i processi di mutamento. Sicuramente, come ha più volte ribadito il nostro Presidente della Repubblica, gli attrezzi giusti per intervenire sono contenuti già nella nostra Costituzione. Ispirato da questa frase, mi piace pensare che la Corte dei conti sia un “luogo” in cui si trovano alcuni degli attrezzi di questa preziosa cassetta”.