C’è anche il Capo di Stato, Sergio Mattarella, alle celebrazioni per il 70° anniversario della Corte dei Conti in Sicilia.

Risolvere “l’annosa e insoluta questione della mancanza di controllo preventivo sugli atti degli enti locali” e ridare autonomia alla figura del segretario generale dei comuni. A dirlo è stato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel suo intervento alle celebrazioni per i 70 anni della Corte dei conti in Sicilia, alla presenza
del capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Musumeci ha ricordato che il controllo preventivo sugli atti degli enti locali “non è affidato a un soggetto terzo” ma “ai dirigenti interni” e ha evidenziato che “gli atti d’interpello dell’Aran e dell’Anac determinano inevitabilmente quello di cui la Sicilia non ha bisogno, la lentezza dei procedimenti”.

Il governatore ha definito “blanda” la funzione del segretario comunale, “la cui nomina o revoca rimane affidata alla volontà del sindaco”, provocando “la fragile e vulnerabile condizione” per il segretario “di essere il controllore di chi l’ha nominato”. “Spero – ha concluso Musumeci – che il legislatore riconsegni autonomia al segretario comunale”.

Dopo l’intervento del presidente Angelo Buscema alle celebrazioni per i 70 anni della Corte dei conti in Sicilia, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha lasciato l’edificio che ospita la società di Storia Patria, a Palermo, “per impegni istituzionali”. Prima di andare via Mattarella ha scoperto, nel chiostro, una lapide della Storia Patria “a riconoscente memoria dei tanti siciliani che hanno creduto e combattuto per garantire all’ Italia unità, libertà e democrazia”.

“Mi sembra giusto che la Sicilia abbia una legge elettorale che consenta sì al presidente della Regione di essere eletto direttamente dai cittadini ma anche di poter lavorare dal giorno dopo contando su un premio di maggioranza. In cifre assolute, se su 70 deputati 40 facessero parte della maggioranza, invece che 36, eviteremo quel mercato delle vacche grasse che purtroppo nei decenni ha caratterizzato la transumanza all’interno dell’Ars”. Così il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, a margine delle celebrazioni per i 70 anni della Corte dei Conti in Sicilia, ha risposto alle
domande dei cronisti.

Intervenendo stamani presso la Società Siciliana della Storia Patria al Convegno organizzato in occasione del 70° anniversario dell’istituzione della Corte dei Conti in Sicilia, il Sindaco Leoluca Orlando – dopo aver salutato il Presidente della Repubblica e le altre autorità presenti – ha sottolineato l’esigenza di “pretendere dallo Stato e dalla Regione, il rispetto del metodo della programmazione, nelle politiche finanziarie e di settore, ad esempio, in settori delicatissimi come quelli dell’acqua o dei rifiuti o ancora al settore chiave delle politiche e degli interventi sociali.

Una programmazione non cartolare o velleitaria – ha continuato – che tenga conto della sostenibilità delle scelte; troppe volte la legislazione sottovaluta effetti destabilizzanti prodotti dallo stesso sistema normativo in danno degli Enti locali (…) con una politica di tagli delle risorse apportati in modo corposo e costante, unitamente ad una rigidità della spesa corrente.

Nonostante questa diffusa consapevolezza, abbiamo dovuto attendere la Corte Costituzionale per affermare che nella politica dei tagli di spesa occorre condivisione e gradualità e non può essere tale da rendere impossibile lo svolgimento delle funzioni degli enti in questione.

Se questi sono gli ideali e i principi a cui ci ispiriamo oggi, non possiamo chiedere alla Corte dei Conti meno controlli e una maggiore benevolenza; non possiamo chiedere al Parlamento norme accomodanti che servono soltanto a rinviare la resa dei conti.

Oggi viviamo una fase di grande scollamento tra risorse e capacità: ci sono risorse, anche ingenti, in settori innovativi e strategici dove mancano però progetti e capacità e, al contrario, mancano risorse sufficienti dove ci sono bisogni e collaudate esperienze, come nei servizi pubblici locali o negli stessi servizi sociali di base.

Questo assetto è figlio dell’accentramento politico e finanziario, ma è anche figlio di assenza di visione e di approccio sistemico.

Ieri, come oggi e domani – ha concluso il Sindaco – va ripetuto che “il guardare lontano, il volere alzare lo sguardo, e pensare anche al domani non è incompatibile con la nostra azione ma anzi è necessario e utile perché si sappia a quali obiettivi e a quali linee ci si debba ispirare”. Mi auguro che l’azione di tutte le istituzioni, ovviamente anche del sistema delle autonomie locali, possa essere sempre ispirata a questi ideali e a questa visione”.