La guerra sul canile di Palermo finisce in tribunale a colpi di carta bollata. Quello che doveva essere un semplice trasferimento di animali dal canile di via Tiro a Segno per consentire l’inizio dei lavori di ristrutturazione ha innescato una battaglia che avrà strascichi penali.
Lunedì prossimo l’amministrazione comunale deve consegnare i lavori alla ditta per trasformare la struttura di via Tiro a Segno in un rifugio sanitario. Appalto da due milioni di euro.
Tutto bene. Fino a quando non spunta Chiara Notaristefano, l’animalista della associazione Aivac del compagno della donna, Antonio Capizzi che è entrata in rotta di collisione con tutte le associazioni animaliste denunciata in diverse parti d’Italia per presunti maltrattamenti di animali.
“Ho rotto il sistema del randagismo – ha detto oggi l’animalista – Un sistema di corruzione fra forze politiche, lobby e volontari. Ho accettato di portare via i cani a 480 euro una tantum per soli sei mesi contro i 2080 euro degli altri canili”.
Dopo lunghe proteste adesso i lavori non sarebbero più a rischio. L’amministrazione comunale ha ottenuto di spostare i 98 cani di via Tiro a Segno nell’ex Mattatoio dove sono state realizzati altri posti per accogliere gli animali.
“Da quando sono iniziate le proteste sono arrivate nuove richieste di adozione – ha detto Gabriele Marchese dirigente del Comune – Venticinque cani li hanno richiesti le associazioni animaliste palermitane. Altri cento un’associazione milanese. Spero che in questi giorni altri possano richiedere gli animali. Certo è che il Comune non pagherà più 2080 euro per ogni cane”.
La soluzione passa dalla realizzazione del nuovo canile consortile nel territorio di Monreale. Struttura che dovrebbe nascere su un terreno confiscato alla mafia su cui stanno lavorando i tecnici del Comune. Intanto su questa vicenda sono aperte diverse inchieste su cui sta indagando la Digos di Palermo.
Mentre il presidente nazionale dell’associazione Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), Lorenzo Croce, ha inviato oggi una denuncia alla Procura e alla Corte dei conti di Palermo contro il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, l’assessore Marino e il dirigente Marchese.
I tre sono stati denunciati per peculato, interessi privati in atto di ufficio, mentre Marchese “per aver modificato i termini del bando, anche il reato di truffa”. “Non si tratta di un bando – ha detto Marchese – secondo le norme degli appalti, ma di una manifestazione d’interesse. La modifica è stata fatta è stata pubblicizzata e le motivazioni sono riportate nell’atto”.
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