La Regione siciliana stima un avanzo finanziario dei fondi regionali per il 2018 pari a 424,21 milioni di euro. Le stime della Ragioneria generale si riferiscono alle maggiori entrate accertate di fondi regionali vincolati, non utilizzate nella spesa, a somme relative al cofinanziamento regionale di vari programmi comunitari e di altri progetti nazionali, alle disponibilità non utilizzate al 31 dicembre dell’anno scorso, a somme per emolumenti al personale vincolate dai contratti di lavoro.
“Le stime – spiega la Ragioneria – saranno aggiornate a seguito della definizione del rendiconto per l’esercizio del 2018 che comprende gli effetti del riaccertamento ordinario”.
La speranza è che le somme siano confermate e dunque la Sicilia si ritrovi con un tesoretto da oltre 400 milioni di euro da spendere. Soldi che potrebbero essere il fondo per il piano B per il salvataggio. Insomma se le trattative con Roma non dovessero andare bene, la Sicilia potrebbe usare le maggiori entrate per ripianare i 191 milioni di euro del 2019 e i 283 del 2020 che deve pagare per il disavanzo 2015/2017 al cui ripiano è stata condannata dalla Corte dei Conti, soldi che ha spalmato in 30 anni senza l’autorizzazione romana come previsto dalla legge e come fatto per la restante parte del disavanzo (complessivamente 2.143 milioni 1.600 dei quali già spalmati in trent’anni con autorizzazione).
Se invece le trattative con Roma dovessero andare bene già dall’estate la regione potrebbe ritrovarsi un tesoretto da spendere
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