Da quasi un anno decine di aziende siciliane aspettano il pagamento di contributi comunitari per un toale di circa 19 milioni di euro assegnati in base a  progetti di investimento approvati e finanziati con fondi europei della programmazione 2007/2013. Fondi che permetterebbero sviluppo, attiverebbero investimenti e con tutta probabilità incrementerebbero i livelli occupazionali. Ma l’assessorato regionale non eroga le risorse che, in base al regolamento europeo, potrebbero finire nel calderone dei fondi spesi fuori tempo massimo.

Si tratta, infatti, di soldi residui della precedente programmazione comunitaria 2007/2013 che doveva chiudere i battenti ed essere rendicontata entro, massimo, il 2016. Una ulteriore proroga di spesa permetteva di arrivare, per i pagamentim fino a marzo 2017 ma tutte le proroghe fin qui ottenute in base a progetti avviati e finanziati rischiano di non essere sufficienti visti gli ulteriori ritardi nell’erogazione.

Una inaccettabile pastoia burocratica ferma le risorse e le mette. dunque, a rischio. La vicenda sarà al centro di una interrogazione parlamentare in fase di predisposizione da parte del capogruppo di Diventerà Bellissima all’Ars Alessandro Aricò. lo scopo saràò quello di “accertare le responsabilità di questo grave ritardo, che va a colpire ulteriormente il tessuto produttivo siciliano, già vittima delle disastrose politiche economiche del governo Crocetta”.

“I saldi relativi a quelle linee di intervento del “Po FESR 2007/13” dovevano essere liquidati dalla Regione entro il 31 marzo del 2017- sottolinea Aricò- Ebbene, ad oggi quelle imprese e cooperative non li hanno ricevuti e questo per la lentezza dell’iter burocratico che sembra chiamare in causa soprattutto l’assessorato regionale alle Attività produttive. Nell’interrogazione chiederò pure se questa inaccettabile situazione coinvolge anche altre aziende finanziate da diverse linee di intervento”.

“Tutto ciò è inammissibile, ancor più se, come si ipotizza-  aggiunge Aricò – il sacrosanto e legittimo finanziamento di quei progetti rischia di ricadere ora sui conti della Regione e, quindi, sulle tasche dei siciliani”.

Una vicenda che si aggiunge a quella delle recente sentenza europea che conferma il disimpegno di circa 380 milioni di euro di Agenda 2000 ovvero la programmazione comunitaria in Sicilia che andava dal 2000 al 2006 nell’ambitod ella quale sarebberos tate sbagliate le imputazioni di somme del Fpondo Sociale europeo. Quei soldi non peseranno sul bilancio 2018 della Regione perchè è stata messa una pezza ma sono comunque risorse andate perse

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