Giuseppe Buccheri, l’uomo di 60 anni di Trabia (Pa) che ha cercato di uccidere il figlio e si è tolto la vita era un ex dipendente della Magneti Marelli, una delle tante aziende che faceva parte dell’indotto della Fiat di Termini Imerese che sono stati assorbiti dalla causa automobilistica torinese.

Buccheri ha perso prima il lavoro e poi la moglie dopo una malattia. Si sentiva solo e depresso che si è dissolto con la chiusura della sede della fabbrica torinese in provincia di Palermo.  I colleghi dell’ex fabbrica automobilistica lo ricordano come un grande lavoratore e una persona tranquilla.

Questa mattina l’ex operaio è entrato nella stanza del figlio Raffaele di 29 anni. Il giovane dormiva e il padre lo ha colpito alla nuca con un fendente. Il figlio si è svegliato ed è stato colpito con una coltellata alla mano. Terrorizzato è uscito fuori in pigiama per cercare aiuto.

Giuseppe rimasto in casa si è ucciso con una coltellata. In via Corvo al civico 11 sono al lavoro i carabinieri della Scientifica per trovare le conferme al racconto del figlio scampato alla furia del padre. Oggi sono quattro mesi che è morta la moglie e Giuseppe avrebbe pensato proprio oggi di mettere fine alla sua vita.

“È una tragedia – ha raccontato la vicina che ha soccorso il giovane – io ancora non credo ai miei occhi. Non riesco a vedere la pozza di sangue a terra sull’uscio di casa mia. Raffaele ha suonato il citofono chiedendo aiuto. Io e mio marito siamo scesi e lo abbiamo soccorso. Con delle pezze abbiamo cercato di tamponare il sangue ma era troppo. Poi, abbiamo chiamato il 118 ed i Carabinieri. Era una famiglia tranquillissima – ha continuato la donna– dalla morte della moglie però lui è cambiato, amava troppo sua moglie e fino alla fine è stato con lei”.

Il figlio Raffaele adesso si trova ricoverato nel reparto di chirurgia dell’Ospedale Salvatore Cimino di Termini Imerese. I medici gli hanno suturato le ferite, ma non rischierebbe la vita.