All’interno della villa confiscata al presunto mafioso monrealese Reres questo mese è stato inaugurato il primo campo scout. 13 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 17 e i 26 anni, provenienti da Roma, sono stati ospitati nella struttura monrealese di contrada Lenzitti, che hanno contribuito a riqualificare. La villa è stata assegnata quest’anno, in cattive condizioni, all’associazione Agrisocial e viene gestita insieme al Collettivo Arci Link di Monreale, che hanno l’obiettivo di creare un grande centro polivalente in grado di accogliere attività sociali, ricreative, didattiche e culturali.
Dal 4 all’8 agosto i giovani romani hanno potuto vivere un’esperienza di antimafia sul campo e conoscere Monreale da un punto di vista diverso rispetto a quello dei turisti tradizionali. I volontari monrealesi, per esempio, oltre a creare un menù basato interamente su prodotti biologici locali acquistati dai commercianti del paese, facendo scoprire così alcune specialità fino a quel momento sconosciute, ogni sera hanno organizzato incontri con cittadini e associazioni che quotidianamente svolgono un’attività di fondamentale importanza per l’intera comunità.
Gli scout hanno potuto incontrare i rappresentanti di alcune associazioni di volontariato che da anni operano nel territorio monrealese contro la deviazione minorile o che hanno condotto battaglie sui rifiuti e sugli incendi.
“Questo che si è appena concluso è il primo campo scout organizzato nella struttura che abbiamo ricevuto in concessione – dichiarano i ragazzi delle associazioni Agrisocial e ARCI Link – Grazie al loro aiuto siamo riusciti a portarci avanti con i lavori di riqualificazione che, si spera, dovrebbero essere ultimati entro la fine dell’estate. La presenza di tanti ragazzi come noi, pieni di entusiasmo e di desiderio di conoscere nuove realtà, ci ha anche permesso di coinvolgere tantissimi giovani locali e soprattutto di ridare entusiasmo agli adulti, che hanno partecipato attivamente a tutte le attività organizzate.
L’obiettivo è quello di creare una struttura che possa essere un luogo di incontro e di aggregazione, ma anche un palcoscenico per la Monreale e i monrealesi che vivono e agiscono quotidianamente all’ombra del Duomo. E quanto fatto finora – assicurano i ragazzi – è solo l’inizio”.
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