La Riforma delle province torna in discussione all’Ars. Dopo la protesta e l’incontro con il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone la conferenza dei capigruppo ha sciolto la riserva e deciso che il disegno di legge 1070 che modifica la legge di riforma delle ex province della Regione siciliana impugnata dal Consiglio dei Ministri, sarà discussa martedì 22 e mercoledì 23 marzo a sala d’Ercole.

Occorre fare delle scelte precise visto che le strade percorribili sono due. Da una parte la possibilità della regione di resistere davanti alla Corte Costituzionale con una legge ‘difforme’ da quella nazionale, dall’altra adeguare la propria legge alla Delrio che è considerata dal consiglio dei ministri ‘legge di grande riforma’ e dunque immediatamente applicabile anche in Sicilia.

Il governo Crocetta con il disegno di legge 1070 ha scelto una via di mezzo con una norma che recepisce i principi base della Delrio ma si differenzia in alcuni aspetti secondari che potrebbero essere ‘tollerati’ da Roma. in ogni caso la governance cambia.

“Quali che siano le scelte la cosa non ci riguarda – hanno detto i sindacati in audizione – quello che chiediamo è che si esca dall’equivoco e si approvi una norma certa per togliere qualsiasi alibi a chi continua a bloccare tutto sostenendo che la mancanza di chiarezza impedisce anche l’arrivo dei fondi necessari”.

“Occorre dare risposte al personale a tempo indeterminato e determinato delle ex Province che rischiano lo stipendio e la continuità lavorativa – dicono dal sindacato Csa – E’ fondamentale – dice Giuseppe Badagliacca – approvare la riforma in tempi ristretti per avviare successivamente la discussione sulle risorse economiche con il governo nazionale”.

“Esprimiamo cauta soddisfazione per la decisione della Conferenza dei Capigruppo di calendarizzare per il dibattito d’Aula il disegno di legge sulle ex Province. Lo scontro politico sul futuro delle città metropolitane e dei liberi consorzi deve cedere il passo al senso di responsabilità, perché a pagarne il prezzo più alto sarebbero i lavoratori e i cittadini a cui interessano poco le beghe politiche su chi deve governare i nuovi enti”.

A dichiararlo sono i segretari generali regionali di Cgil – Cisl – Uil, Pagliaro, Milazzo, Barone, che, insieme ai segretari regionali di categoria Fp Cgil, Abbinanti– Cisl Fp, Montera – Uil Fpl, Crimi, hanno preso parte all’audizione convocata questa mattina in Sala Rossa all’ARS dal Presidente Ardizzone insieme ai Presidenti dei gruppi parlamentari ed al Presidente della I Commissione Affari Istituzionali, Cascio, chiedendo proprio di incardinare da subito il disegno di legge per aprire la discussione in Aula.

Siamo consapevoli che la legge da sola non risolve il problema delle ex Province perché rimane da risolvere il grave problema finanziario, così come pensiamo che il testo possa essere migliorato con emendamenti nel dibattito d’Aula; ma dobbiamo togliere ogni possibile alibi a tutti coloro che legano i destini delle risorse finanziarie che da Roma devono giungere a Palermo al completamento della riforma.

Questo primo passo, però, non ci farà abbassare il livello di attenzione, anche perché restiamo preoccupati per l’assenza di una reale interlocuzione con il governo regionale, oggi praticamente assente, e per la sua scarsa capacità di interloquire in maniera efficace con Roma.

Allo stesso modo, siamo preoccupati per gli esiti del dibattito parlamentare perché anche stamattina è stato chiaro come all’interno dell’ARS si stia consumando una bieca lotta di potere, e a farne le spese sono i lavoratori che rischiano stipendi e posti di lavoro ed i cittadini a cui continuano ad essere negati i servizi.

Per questo manteniamo alto il livello di attenzione proseguendo la mobilitazione insieme ai lavoratori per far sì che presto si trovino le risposte adeguate sul futuro delle città metropolitane e dei liberi consorzi.

Nella medesima sessione il parlamento prevede di affrontare anche la riforma elettorale degli enti Locali mentre resta ferma la così detta Finanziaria bis che è ormai diventata una legge omnibus a tutti gli effetti