Le aggressioni al Pronto soccorso non casuali ma figlie di un sistema che ha ridotto le cure. E’ quanto ribadisce Massimo Geraci, primario del pronto soccorso dell’ospedale Civico, dove è avvenuta l’ultima aggressione ad un medico.

“Il responsabile del pronto soccorso è stato vittima dell’ennesimo episodio di aggressione che ha visto come protagonista un paziente accompagnato dopo un incidente stradale per una ferita al volto – dice Geraci – E’ stato accompagnato nel reparto di chirurgia plastica per una sutura che non è stata possibile praticare perché fortemente agitato e forse ubriaco.

E’ stato rinviato al pronto soccorso e al suo ritorno ha aggredito il primo medico che gli si è fatto incontro con un pugno provocandogli la rottura delle lente e una ferita all’occhio giudicata guaribile 13 giorno. Un medico che ha 37 anni di esperienza”.

Per il primario ci sono precise responsabilità in questi episodi che si ripetono ormai con troppa frequenza.  “L’escalation di questi fenomeni di aggressione  è fondamentalmente riconducibile al sovraffollamento del pronto soccorso. Il sovraffollamento è la situazione che predispone la conflittualità sia per la promiscuità che si viene a creare anche per l’allungamento delle attese.

Il sovraffollamento è un fatto cronico di tutti i pronto soccorso delle grande aree metropolitane e vede come genesi essenziale la sperequazione tra domanda e offerta di posto letto. Sono decine i pazienti che permangono in pronto soccorso in attesa di un posto letto e questo comporta un ingente assorbimento di risorse umane logistiche e organizzative che sono impegnate per assistere i pazienti che non dovrebbero state in pronto soccorso.

Le stesse risorse vengono meno all’assistenza che afferiscono al pronto soccorso. La soluzione  naturalmente risiede negli interventi normativi e gestionali mirati a risolvere questa discrepanza tra domanda e offerta e sono interventi molto complessi e non sono realizzabili dall’oggi al domani.

Sono interventi programmazione sanitaria di governante di risorsa posto letto e in alcune realtà è stato affrontato attraverso la definizione di tempo massimo di permanenza dei pazienti nel pronto soccorso. Il fenomeno di iper afflusso del picco influenzale è una goccia che fa traboccare un vaso perennemente colmo”.