L’indagine Cuci e Scuci della squadra mobile di Palermo è nata dal coraggio di un imprenditore edile. Il titolare di una ditta edile si era aggiudicato i lavori per la ristrutturazione di una scuola elementare in provincia di Palermo. Non ha voluto pagare né fare regali ai funzionari pubblici.
“Le dichiarazioni dell’imprenditore sono state il punto di inizio delle indagini – afferma Rodolfo Ruperti capo della mobile -. Il titolare dell’impresa non si è piegato alle richieste dei funzionari. Poi sono iniziati i pedinamenti, appostamenti e intercettazioni hanno fatto emergere un sistema che nostro avviso andava avanti da tempo. Gli appalti tenuti sotto osservazione sono stati numerosi, quelli in cui oggi vengono contestati i reati sono otto”.
I funzionari avrebbero preteso pranzi, cene, regali e naturalmente denaro, per migliaia di euro. L’inchiesta è stata condotta dagli uomini dela sezione Anticorruzione della squadra mobile di Palermo diretta da Silvia Como-
“Un rapporto corruttivo di ‘do ut des’ attraverso il quale i funzionari piegavano l’interesse pubblico dell’opera ai fini del loro arricchimento – aggiunge Ruperti – Le stazioni appaltanti non erano complici di questo meccanismo, che avveniva tra l’imprenditore che appaltava il lavoro e il pubblico funzionario che era preposto al suo controllo”.
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