La strada sembra segnata, Giancarlo Cancelleri sul palco che chiama chiudere Beppe Grillo. Il comico sornione che arriva in punta di piedi quasi a fare un agguato al suo ‘pupillo’ e l’abbraccio fra i due. il linguaggio del corpo parla più del linguaggio urlato: è Giancarlo Cancelleri il candidato presidente della Regione del prossimo anno, quello che sfiderà di nuovo Rosario Crocetta stavolta con la convinzione di batterlo, ma che dovrà anche affrontare altri candidati probabilmente più forti dello stesso Crocetta.
Cosa resta di Italia 5 stelle, grande festa nazionale del movimento tenuta a Palermo. Purtroppo non ciò che dovrebbe restare. Resta questa investitura ma poco di più. Restano, invece, tante polemiche. Polemiche dovute alle aggressioni ai giornalisti ma anche agli attivisti fomentati dal palco.
E’ quella che sui social qualcuno ha definito la ‘sindrome del branco’. Si perché i deputati, i consiglieri, i portavoce 5 stelle in Sicilia non si sognerebbero mai di aggredire, strattonare, spintonare, insultare un giornalista. Non è mai successo. Qualche attrito sì. Quello ci sta. Quando scrivi di politica entri sempre in contrasto con chi la politica la fa e avrebbe voluto che fosse raccontata in maniera diversa. E’ il confronto democratico,. lo snodo di tutte le opinioni. ma il rispetto della persona, del suo lavoro, quello non è mancato mai con i deputati. Forse qualcuno nell’entourage è andato oltre, ma niente di più.
E a dimostrazione di questo c’è la nota dei 5 stelle che prendono le distanze dai facinorosi “soggetti che nulla hanno a che vedere coi principi e gli ideali del Movimento – scrivono – e con lo spirito pacifico delle nostre manifestazioni, come Italia 5 Stelle, prova ne sia la presenza di migliaia di famiglie che stanno partecipando alla festa del Foro Italico”. Un concetto ribadito più volte, anche dal palco.
Ma mentre si prendeva le distanze ecco che dal palco Julian Assange dice a chiare lettere che i giornalisti sono responsabili di 10 morti ciascuno e che il movimento è una speranza perchè ha smascherato la stampa. ed ecco altro cibo, altra forza, altra sostanza data in pasto ai facinorosi. Hai voglia dire che prendi le distanze se poi fomenti.
E’ il gioco della parti, però, da un lato c’è Grillo che riprende in mano il movimento e rilancia le sue provocazioni che portano al capezzale 5 stelle gli estremisti, i webeti come li ha definiti qualcun’altro, che scendono in piazza e si comportano per strada come sui social. ma dall’altra parte ci sono giornalisti che fanno il loro ‘maledetto’ lavoro sotto pagati e maltrattati ma ci sono anche quelli che invece enfatizzano e giocano su quelle provocazioni per creare il caso e per avere qualcosa per criticare. Le colpe vanno divise fra i contendenti ma di mezzo ci vanno, invece le persone serie che fanno il loro lavoro.
Grillo, nell’intervista di sabato, aveva già lanciato la sua dose di accuse. “Fate queste interviste indecenti per cercare il titolo” aveva detto. ed è vero i giornalisti cerchiamo il titolo. ne abbiamo bisogno per darlo in pasto proprio a quei webeti che poi ci insultano”.
Per uscire da questo circolo vizioso ci vuole coraggio. Coraggio di scrivere le cose come stanno in ogni caso da parte dei giornalisti anche quando c’è da criticare i 5 stelle, ma per loro ci vuole il coraggio di trasformarsi da forza di piazza e di social, da elementi da blog, a forza di governo. Per farlo bisogna necessariamente lasciare indietro qualcuno. Qualcuno che vale voti. Il coraggio di lasciare a casa webeti e facinorosi a costo di perdere qualche migliaio di voti. Il movimento ha gente che può fare la differenza ma deve liberarsi da qualche zavorra. Questo non è facile soprattutto quando si sta cercando di crescere elettoralmente in una sfida alle urne che si annuncia all’ultimo consenso
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