Ecco la ricetta del Csa

“Lo sblocca concorsi non può essere la sola via per ricoprire incarichi dirigenziali alla Regione”

Oltre lo sblocco concorsi c’è una seconda per garantire in tempi rapidi la copertura di incarichi dirigenziali presso aree servizi e uob delle strutture di massima dimensione rimasti scoperti.

La ricetta del Csa Ral è molto semplice, attuabile in tempi brevissimi, contemplata dalle norme vigenti e concretizzabile con costi contenuti per l’erario regionale, ma con notevole effetto moltiplicatore.

La soluzione è l’istituto della delega di funzioni dirigenziali.

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La norma  prevede che “i dirigenti, per specifiche e comprovate ragioni di servizio, possono delegare per un periodo di tempo determinato, con atto scritto e motivato, alcune delle competenze comprese nelle funzioni a dipendenti che ricoprano le posizioni funzionali più elevate nell’ambito degli uffici ad essi affidati”.

Ai fini di una migliore comprensione della norma si riportano i compiti dirigenziali delegabili ai funzionari: b) curano l’attuazione dei progetti e delle gestioni ad essi assegnati dai dirigenti degli uffici dirigenziali generali, adottando i relativi atti e provvedimenti amministrativi ed esercitando i poteri di spesa e di acquisizione delle entrate; d) dirigono, coordinano e controllano l’attività degli uffici che da essi dipendono e dei responsabili dei procedimenti amministrativi, anche con poteri sostitutivi in caso di inerzia; e) provvedono alla gestione del personale e delle risorse finanziarie e strumentali assegnate ai propri uffici, …

Tali deleghe potrebbero essere attribuite, per le strutture intermedie (aree e servizi), ai funzionari direttivi dell’Amministrazione regionale dotati dei requisiti di esperienza ed accademici per l’accesso alla dirigenza (anzianità di servizio e laurea magistrale), nonché elevata esperienza professionale nel settore dell’ufficio cui andrebbero ad accedere è interessato.

Per le sole unità operative di base la delega potrebbe essere conferita anche a funzionari direttivi diplomati o in possesso di laurea triennale e, ovviamente in possesso dei su elencati requisiti di esperienza e professionalità.

La dirigenza delegata verrebbe peraltro retribuita esclusivamente con riferimento al salario accessorio (indennità di posizione, sia parte fissa sia parte variabile e indennità di risultato) in funzione della “pesatura” della struttura, mentre le necessarie risorse reperite (anche parzialmente) dal fondo contrattualizzazione della dirigenza e, in particolare, a valere in quota parte sul monte stabilito come obiettivo per la dirigenza della relativa struttura organizzativa; pertanto senza alcun onere aggiuntivo per le pubbliche finanze.

Per quanto riguarda invece le modalità operative è sufficiente che vengano diramate le direttive al Dipartimento della funzione pubblica e del personale nel quale, fra l’altro, si solleciti da parte dei Dirigenti generali l’acquisizione di candidature, previo atto di interpello o richiesta di manifestazione di interesse, da parte dei funzionari direttivi dell’amministrazione regionale in possesso dei necessari requisiti.

“La soluzione proposta – afferma Giuseppe Badagliacca segretario regionale – e cioè lo sblocco dei concorsi per il personale dirigenziale – ancorché apprezzabile, in quanto il sindacato non può che essere favorevole all’accesso nell’amministrazione regionale di forze nuove giovani e motivate – non riteniamo possa condurre ad apprezzabili risultati nel breve termine ed a tamponare un’emergenza operativa ormai cronica. Ciò in quanto i tempi delle procedure concorsuali non sono certamente compatibili con le necessità dell’amministrazione. Infatti i tempi, dall’approvazione della norma che supera il blocco assunzionale, al bando di concorso, all’espletamento delle procedure, all’immissione in ruolo e, infine, alla formazione, richiederebbero almeno un paio d’anni”.

 

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