La Regione assume. La Sicilia si prepara a bandire i concorsi. Dopo undici anni il via libera giunto ieri sera dall’Ars rende concreta la possibilità del ritorno alle assunzioni. Il parlamento regionale ha detto sì alla norma presentata dal governo Musumeci che sblocca i nuovi concorsi.
Già a partire dal 2020, quindi, sulla base del fabbisogno di ogni dipartimento – e nell’ambito del numero di posizioni che si libereranno in seguito ai pensionamenti ordinari – potranno essere avviate le selezioni.
Fare ripartire le procedure permetterà, inoltre, all’amministrazione regionale di attivare le progressioni verticali, consentendo di valorizzare le professionalità esistenti, cosa questa ritenuta indispensabile dai sindacati interni come il Sadirs che in assenza di progressioni prima dei concorsi minaccia scioperi.
Cosa succede ora non è un mistero essendo stato ben definito nel Dpef. Nel 2020 è previsto l’impiego di 2 milioni e 793 mila euro per le assunzioni dei dirigenti e oltre due milioni per l’assunzione dei dipendenti del comparto.
La norma del collegato alla finanziaria approvata dall’Ars ha eliminato il blocco del turn over e dunque dal prossimo anno si potrà tornare ad assumere per sostituire i dipendenti andati in pensione. Ma in una prima fase gli assunti saranno solo il 75% dei pensionati dell’ultimo anno.
Visto che nel 2019 si prevede che andranno in pensione circa 400 dipendenti, il prossimo anno si potrà procedere a 300 assunzioni.
Per quanto riguarda i dirigenti, invece, la norma prevede che vengano sostituiti solo il 30% dei pensionati visto che la Regione era stracarica di dirigenti. Se sarà rispettata la previsione e nel 2019 andranno in pensione 110 dirigenti, nel 2020 potranno essere assunti 35 nuovi dirigenti.
Di fatto il piano assunzioni proseguirà anche negli altri due anni del triennio di riferimento quindi 2021 e 2022 perché fra prepensionamenti regionali e quota 100 statale la Regione rischia di ritrovarsi senza personale.
Fra il 2015 e il 2022 i pensionamenti calcolati in tutto sono stati 5650 di questi 3290 sono già avvenuti fra il 2015 e il 2018 mentre 2360 sono in programma entro il 2020. Fra il 2019 e il 2021 andranno in pensione in 600. Gli istruttori a lasciare gli uffici saranno 420 mentre rimarranno stabili i numeri nelle fasce più basse.
La previsione del piano assunzioni è di passare nel 2021 ad assunzioni pari all’85% dei pensionamenti e nel 2022 ad assunzioni pari al 100% dei pensionamenti dell’anno precedente sempre nel comparto. Fra i dirigenti, invece, si passerà dal 30% al 40% dei pensionati.
Nel complesso fra 2021 e 2022 dovrebbero essere banditi concorsi per altri 200 posti di cui fra 15 e 20 dirigenti. Dal 2023 in poi la situazione dovrebbe andare a regime con la previsione di concorsi per il 100% dei pensionati del comparto e del 50% dei pensionati fra i dirigenti ma questo sarà tema da affrontare fra un anno.
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