Le indagini sull’omicidio di Borgo Nuovo condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Giuseppina Motisi hanno accertato che Domenico Barbagallo, figlio di Vincenzo ucciso nel corso di una rissa, aveva a disposizione una pistola.

I militari in Largo Pozzillo nel corso dei sopralluoghi hanno trovato due ogive diverse dalla pistola utilizzata da Francesco Lo Monaco, dipendente della Rap, per compiere il delitto e poi ritrovata. La conferma arriva dai colloqui all’ospedale Cervello intercettati tra Domenico Barbagallo e un familiare, come si legge nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Gigi Omar Modica.

“Tutta questa cosa – dice il familiare – è colpa mia perché il nonno ha preso quella cosa. E’ l’ho tenuto per non fargliela fare”. Padre e figlio parlano. “Appena ti riprendi – aggiunge – si viene a sapere quanti anni ci danno a faccia di cavallo”. Ma il padre Domenico aggiunge, “Prima voglio vedere come mi finisce a me con questi carabinieri. Mi hanno fatto la cosa della polvere da sparo”.

“Ti finisce bene – dice il familiare – Non hanno prove su di te. La polvere. Ma non hanno la pistola. Pareva tipo un film. Tipo quello cadeva a terra e moriva lui se ne è tornato indietro e se ne andato. Ho detto com’è non l’hai preso”.

Domenico Barbagallo nel corso dei colloqui con il familiare ribadito la sua volontà di uccidere Lo Monaco, criticando l’idea della moglie di risolvere i dissidi con i vicini chiamando i carabinieri. “Me la devo sbrigare da solo. E non è finita qua”.

Per questo motivo, anche per le intenzioni di vendetta e per la vicinanza tra le abitazioni delle famiglie coinvolte nella rissa che il gip ha deciso per gli arresti in carcere e non per i domiciliari anche con il braccialetto.