Le lettere dal carcere del boss con la sorella

L’ossessione di Pino Scaduto: “Voleva uccidere la figlia, il convivente e l’amante carabiniere”

Pino Scaduto poco prima della sua scarcerazione aveva deciso di uccidere la figlia. Il boss in numerose lettere inviate dal carcere ai sui familiari tra il maggio del 2009 e il febbraio 2010, manifestava il suo proposito di uccidere la donna e il suo convivente e l’amante un maresciallo dei carabinieri.

Scaduto aveva ordinato di “ammazzare lei e l’amante” poiché “tutto da lei è partito”, intendendo attribuire alla figlia le responsabilità del suo arresto.

Sarebbero loro i responsabili delle sue disgrazie. Secondo Scaduto la figlia avrebbe fatto confidenze al maresciallo che avrebbero portato al suo primo arresto. La relazione con il carabinieri avrebbe disonorato pubblicamente la famiglia. E a lavare quell’onta doveva pensarci il figlio.

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Nel corso di un’intercettazione tra il figlio del boss e due uomini i militari hanno accertato la volontà del giovane di disobbedire agli ordini arrivati dal carcere.

”No…io non lo faccio, il padre sei tu e lo fai tu…io non faccio niente…eh…mi devo consumare io?… Consumati tu io ho trent’anni…non mi consumo… “.

Nel corso di un’latra intercettazione un altro uomo parlando di Pino Scaduto affermava: “Sono loro nella famiglia, si ammazzano come i cani, a quel “picciutteddu” lo stanno facendo diventare…che se avete qualcosa da dire, sbrigatevela fra di voi nella famiglia… che minchia ci dite ai cristiani? …Sua figlia o ha sbagliato o l’ha indovinata… non è sempre sua figlia? …Che minchia vuole… “.

Il 29 maggio del 2009 Pino Scaduto scrive alla sorella: “questo regalo quando è il momento glielo farò”. Il 26 giugno dello stesso anno ribadiva: “glielo faccio ancora molto più bello questo regalo…tempo a tempo che tutto arriva”. Uscito da carcere Scaduto avrebbe potuto mettere in pratica il suo disegno e fare fuori la figlia, il convivente e l’amante della donna.

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