Sensibilizzare, educare e trasmettere la memoria del periodo stragista è un dovere morale che riguarda tutti. In occasione del 33° anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Palermo ha reso omaggio a quelle vittime stringendosi attorno al loro ricordo. Un ritorno al passato necessario per accendere la coscienza delle nuove generazioni. A Palazzo Jung, sede del Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, figure istituzionali e membri storici del pool Antimafia hanno trasformato il ricordo in impegno concreto, dimostrando che la memoria, per essere viva, deve diventare azione quotidiana.
Essere un esempio per i giovani
A ribadire l’importanza di trasmettere la scia antimafia ai giovani, è stato anche Alessandro Giuli, ministro della Cultura: “Oggi, in questo anniversario straordinario, bisognava essere di esempio per i giovani, valorizzare questo straordinario museo, ricordare due straordinarie figure ed evitare qualsiasi forma di discordia o polemica”.
Uno degli strumenti efficaci a compromettere lo sviluppo del pensiero mafioso è educare alla cultura: “Laddove ci sono periferie abbandonate e quartieri dimenticati si annidano malavita e isolamento sociale. La cultura deve creare relazioni comunitarie ed essere rigenerazione urbana nei luoghi dove i giovani devono trovare strumenti di conoscenza e sensibilizzazione alla comunità”.
“Si fa molto ma non è ancora abbastanza”
Non è ancora abbastanza.” È questo il messaggio che emerge con forza dalle parole dei membri della Commissione parlamentare Antimafia. Un lavoro costante, che ha portato a risultati importanti, ma che non ha ancora raggiunto l’obiettivo più ambizioso: sradicare alla radice la cultura mafiosa.
A ribadirlo è stata la presidente della Commissione, Chiara Colosimo, durante le celebrazioni per il 33° anniversario della strage di Capaci: “Si deve fare molto, si fa molto, ma non si è fatto abbastanza finora. Anche l’ultima richiesta di verità lanciata da Fiammetta Borsellino ci ricorda che dobbiamo fare un passo in più.”
Colosimo ha poi elogiato il Museo del Presente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, definendolo un luogo simbolico e attivo nella lotta alla mafia: “Questo museo non è solo uno spazio della memoria, ma uno strumento concreto di consapevolezza e cambiamento. Chi lo attraversa non si limita a osservare il passato: è chiamato a scrivere la propria storia, a diventare parte di un impegno collettivo.”
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