Il prossimo 9 maggio migliaia di siciliani si riuniranno a Cinisi per commemorare Peppino Impastato, il giovane rivoluzionario ucciso dalla mafia nel 1978. Un corteo, organizzato da “Laboratorio studentesco autonomo-unipa”, si muoverà da Palermo per giungere alla località natale di Impastato per onorare il suo coraggio, la sua lotta contro lo sfruttamento e per mantenere vivi i suoi ideali.
Peppino Impastato ha dedicato la sua vita alla lotta contro la mafia e contro lo sfruttamento dei lavoratori siciliani. Con coraggio e determinazione, si è opposto al potere mafioso e alle ingiustizie sociali, denunciando il sistema di potere che opprimeva la sua terra. Tra le sue battaglie più importanti, si ricorda l’opposizione al raddoppio della pista dell’aeroporto di Punta Raisi, che avrebbe portato all’esproprio delle terre dei contadini della zona.
Un esempio per le nuove generazioni
Il sacrificio di Peppino e il suo esempio di coraggio sono un monito per le nuove generazioni. Il corteo del 9 maggio rappresenta un’occasione per ricordare il suo impegno civile e per ribadire l’importanza di continuare a lottare per la giustizia sociale e per un futuro migliore per la Sicilia.
Per partecipare al corteo a Cinisi, è possibile contattare gli organizzatori tramite le pagine Facebook e Instagram o chiamando il numero 3513730899. Sono previsti pullman in partenza da Palermo.
Il premio “Peppino Impastato” assegnato all’associazione “A nome loro”
Il XIV° premio Peppino Impastato verrà assegnato ai Marlene Kuntz, all’associazione “A nome loro” e allo spettacolo teatrale “il mare a cavallo” durante l’evento in programma per il prossimo 8 maggio presso il cinema Alba di Cinisi. Tale premio, istituito nel 2011 per onorare la memoria e l’impegno civile di Peppino Impastato, celebra artisti e iniziative che promuovono valori di eguaglianza, pacifismo, ecologia e libertà.
L’associazione “A nome loro” verrà premiata per l’evento-concerto di grande valore civile e culturale organizzato nei luoghi di Mattia Messina Denaro mentre i Marlene Kuntz, gruppo rock attiva da trent’anni, sono stati riconosciuti per il loro costante omaggio alla figura di Peppino Impastato e per la vicinanza agli ideali per cui ha lottato. Lo spettacolo teatrale “Il mare a cavallo”, dedicato a Felicia Bartolotta Impastato, riceverà il premio per la sua profonda riflessione sulla vita e sulle lotte di una donna coraggiosa.
La storia di Impastato
Il sacrificio di Peppino Impastato non è stato vano, poiché ha contribuito a mettere in luce il problema della mafia in Sicilia e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla lotta contro le organizzazioni criminali. Il suo coraggio e la sua determinazione nel denunciare le ingiustizie e le violenze della mafia hanno ispirato molte persone a unirsi alla sua causa e a combattere per un’Italia libera da ogni forma di criminalità.
Sono passati 46 anni dalla morte del giovane Peppino Impastato, giornalista e attivista politico che viene assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Giuseppe Peppino Impastato è nato a Cinisi nel 1948, all’interno di una famiglia mafiosa ma fin da giovanissimo si ribella al sistema, rompendo ogni legame con il padre, e avviando un’attività politica e culturale anti-mafiosa.
Portato sul grande schermo dal celebre film “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, Peppino Impastato è stato un attivista politico, che nel 1968 è diventato dirigente delle attività dei gruppi di nuova sinistra e ha appoggiato le lotte dei contadini a cui hanno espropriato la terra per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo, in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.
Nel 1976 fonda il gruppo Musica e cultura e nel 1976 Radio Aut, libera e autofinanziata attraverso la quale denuncia delitti e affari mafiosi. Nel 1978 Peppino Impastato si candida nella lista di democrazia proletaria per le elezioni comunali ma non ne conoscerà mai il risultato. Pochi giorni dopo gli elettori di Cinisi lo voteranno, facendolo eleggere simbolicamente al consiglio Comunale.
Diventato ormai un personaggio scomodo, Peppino Impastato, nella notte tra l’8 e il 9 maggio viene assassinato dalla mafia. Il corpo dell’uomo viene ritrovato adagiato sulla ferrovia, sopra una carica di tritolo, per simulare un attentato suicida e distruggerne anche l’immagine. La sua morte passa quasi inosservata poiché nelle stesse ore in cui veniva ritrovato il suo cadavere veniva rinvenuto anche il corpo di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, in via Caetani.
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