Poste Italiane ha lanciato a settembre un progetto mirato a valorizzare il radicamento nel tessuto sociale italiano con l’obiettivo di rendere più concreta e visibile la sua attenzione al territorio, la vicinanza ai cittadini e alle comunità. Lo ha fatto scegliendo il linguaggio dei giovani e dell’arte, con un contest on line che ha coinvolto street artist di tutta Italia.
E così è nato il progetto “P.A.I.N.T Poste e Artisti nel territorio” per la realizzazione di 22 murales sulle pareti esterne di altrettanti Uffici Postali, per renderli più attraenti e accoglienti , trasformarli così in punti di riferimento per il quartiere e per il cittadino.
Emanuele Poki si è aggiudicato la realizzazione dell’opera per Palermo Sperone.
Poki inizia a disegnare ovunque già bambino, disprezzando i fogli bianchi e riempiendo quotidianamente i suoi banchi di scuola, diplomato all’Istituto D’arte passa dal writing alla poster art iniziando da quest’ultima un lungo percorso estetico e concettuale.
I suoi lavori sono intrisi degli elementi che fanno parte della sua vita: di sagome periferiche del quartiere in cui vive, Librino, della voluminosità e delle sproporzioni del barocco della città in cui è nato, Catania e della schiettezza della sua terra, la Sicilia. I suoi soggetti vivono dell’autenticità degli animali, che predilige, della crudezza e del fascino che caratterizzano la natura con i suoi equilibri, il suo divenire e la sua armonia insidiata. Disegna e sviluppa i suoi lavori su qualsiasi superficie e dimensione. Descrive e interpreta principalmente la natura, il rapporto tra Uomo ed Ambiente, le tradizioni, gli aneddoti, il movimento e le forze impercettibili che operano quotidianamente, fonti di evoluzioni o turbamenti.
I soggetti scelti per la realizzazione del dipinto dell’Ufficio Postale di Palermo Sperone sono due pesci combattenti siamesi. Dalle code dei pesci esce un flusso di lettere, simbolo immediato di Poste Italiane nell’immaginario collettivo. Le lettere, uscendo dalle pinne, volano verso l’alto ascendendo e suggerendo movimento, cambiamento e azione, donando dinamicità all’immagine.
A raccontare l’ufficio di Palermo Sperone sono Maria Grazia Lala il direttore dell’Ufficio Postale Guido Milazzo.
“Il palazzone si identifica immediatamente. Alto tre piani, con un grande cortile e tanti finestroni che si affacciano sulla strada chiusa, al numero 3 del viale Giuseppe Di Vittorio. Poi, a soli cento metri, il mare di Palermo: una macchia blu che penetra gli occhi e inebria la testa col suo profumo intenso di salsedine.
L’ufficio postale dello Sperone si trova qui. Serve un bacino di clienti di tutto rispetto, quasi 25 mila abitanti popolano questa fetta di città, in bilico tra l’ansia del riscatto sociale e le difficoltà di un vivere difficile.
L’ufficio è ancora blindato, ma il direttore, Guido Milazzo, arrivato qui ormai cinque anni fa, racconta della gente che ha imparato ad aspettare “anche quando – spiega – il primo di ogni mese si presentano in duecento per prendere la pensione. Entrano con rispetto, si siedono e aspettano il loro turno in silenzio. Qui il rispetto è una cosa molto sentita”.
L’ufficio, a doppio turno, ha 8 sportellisti e una sala consulenza. Una squadra di quasi 200 persone, tutti dipendenti di un’azienda, Poste Italiane, che è stata l’unica ad avere il coraggio di aprire una sede in un quartiere popolare.
“Qui – conclude il direttore – non ci sono altre aziende di credito. Siamo l’unico presidio territoriale. Non a caso, i vecchietti vengono da noi per qualsiasi cosa. Noi leggiamo le loro lettere e li consigliamo su tutto. Abbiamo un rapporto stretto e di vera sinergia con il territorio e siamo molto orgogliosi del nostro lavoro qui, in questo quartiere”.
Qui si trovano al primo piano anche gli 80 portalettere che consegnano la posta fino a Villabate Molte lettere recapitate provengono dalle carceri dove i detenuti scrivono sulle buste “corri postino, corri” ….”
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