Oggi ricorre il 40° anniversario dell’omicidio del maresciallo maggiore dei carabinieri, Vito Ievolella, ucciso il 10 settembre del 1981 da killer della mafia. In piazza Principe di Camporeale dove è avvenuto il delitto è stata deposta una corona d’alloro sulla lapide dedicata al militare ucciso, poi è stata celebrata una messa al Comando Provinciale dei Carabinieri, ed è stata intitolata la ‘sala rapporto’ della caserma.
Alla commemorazione oltre al coro dell’associazione nazionale carabinieri, erano presenti la figlia del decorato, Lucia Assunta Ievolella, il generale di corpo d’armata Gianfranco Cavallo, comandante interregionale carabinieri ‘Culqualber’, il generale di brigata Rosario Castello, comandante della legione ‘Sicilia’, il generale di brigata Giuseppe De Liso, comandante provinciale di Palermo, le autorità cittadine e militari, i familiari di altre vittime di mafia e rappresentanze di presidi e alunni di istituti scolastici palermitani.
Il generale Cavallo, porgendo da parte del Generale di Corpo D’Armata Teo Luzi, comandante generale dell’arma, i saluti ai cittadini di Palermo e ai familiari del Maresciallo Ievolella , dopo aver ricordato i difficili anni trascorsi a Palermo quando era Comandante del locale Reparto Operativo dal 1995 al 1999, ha espresso la sua emozione nel commemorare il caduto, il quale è stato al servizio delle Istituzioni, ben consapevole del pericolo che correva svolgendo delicate indagini quando era in servizio al nucleo investigativo palermitano, Ievolella ha assolto il suo compito fino all’estremo sacrificio.
Ha poi ringraziato la figlia Lucia Assunta dirigente scolastico, esprimendo l’importanza di portare nelle scuole i temi della legalità e raccontare ai più giovani la storia di molti uomini caduti nell’adempimento del loro dovere al servizio dello Stato: “Il Sacrificio del maresciallo Ievolella, come quello di migliaia di servitori dello Stato, è per tutti noi un monito e per onorare la sua memoria il nostro impegno , è e sarà quello di tenere sempre presente il suo ricordo ed i valori che ci ha trasmesso”.
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