Le scommesse on line sono al centro di inchieste che mostrano i grandi affari di imprenditori insospettabili e mafiosi. La sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo su richiesta della procura, ha emesso due decreti di sequestro di 43 milioni euro nei confronti di due imprenditori il palermitano Salvatore Rubino, 62 anni e Christian Tortora di 47 anni di Battipaglia (Sa) che secondo le indagini nell’operazione All In dei finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria di Palermo sarebbero i referenti di un gruppo societario contiguo alle famiglie mafiose di Pagliarelli, Porta Nuova, Palermo Centro, Brancaccio e Noce.
Operazione All In dei finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria
I due imprenditori sono stati arrestati nell’operazione All In insieme al boss Francesco Paolo Maniscalco di 59 anni. Le indagini avrebbero ricostruito la sistematica ricerca del potere economico da parte di “cosa nostra” che cerca di infiltrarsi nel lucroso settore della gestione dei giochi e delle scommesse sportive.
Secondo i finanzieri del Gico ci sarebbero delle imprese che facevano riferimento al boss Francesco Paolo Maniscalco e che grazie al rapporto con la mafia avrebbero acquisito la disponibilità di numerose licenze e concessioni statali rilasciate dall’agenzia delle dogane e dei monopoli per l’esercizio della raccolta delle scommesse, fino alla creazione di un “impero economico” costituito da società formalmente intestate a “prestanome”, che nel tempo erano giunte a gestire volumi di gioco per circa 100 milioni di euro.
A giugno del 2020 sono state eseguite 25 misure cautelari personali nei confronti di indagati a vario titolo per partecipazione e concorso esterno in associazione di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori (con l’aggravante di aver favorito Cosa nostra), associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all’esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse.
I due imprenditori raggiunti dal provvedimento di sequestro sono stati condannati dal tribunale di Palermo nel febbraio del 2022. Sentenza confermata dalla corte d’appello a luglio del 2023.
I sequestri per 43 milioni di euro
Sono stati sequestrati tre immobili, tra i quali una villa di particolare pregio ubicata nell’isola di Favignana. Quote di capitale e compendi aziendali di 11 società, con sede nelle province di Milano, Roma, Salerno e Palermo. 45 rapporti finanziari, costituiti da conti correnti, conti deposito, depositi titoli, polizze assicurative e buoni postali, per un valore complessivo di circa 43 milioni di euro.
Continua l’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale dalle infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.
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