La polizia di Stato ha eseguito un provvedimento della sezione misure di prevenzione nei confronti di Francesco Di Filippo, 45 anni, di sequestro beni costituito da una comunità alloggio per anziani, un’impresa funebre, una attività commerciale di rivendita di caffè, un veicolo commerciale, una porzione di villa bifamiliare sita nel comune di Carini, un natante con motore fuoribordo da 150 cv e 19 rapporti finanziari, per un valore complessivo stimato di circa 700.000 euro.
Di Filippo indagato nell’operazione New Connection del 2019 che colpì il mandamento mafioso di Passo di Rigano e la famiglia degli Inzerillo, è stato condannato alla pena dieci anni e mesi otto di reclusione con sentenza emessa dal gup di Palermo nel giugno 2021, con l’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione aggravata.
L’uomo è stato coinvolto anche nell’inchiesta Padronanza del 2020 condotta sempre dalla polizia nell’ambito del mandamento mafioso della “Noce” ed in particolare della famiglia mafiosa di “Cruillas”. La pena è stata confermata in appello lo scorso 20 febbraio.
Altro sequestro per motivi diversi nel Trapanese
I finanzieri del comando provinciale di Trapani hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal tribunale di Trapani – sezione misure di prevenzione, nei confronti di un soggetto residente a Paceco riguardante l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale, su richiesta della Procura della Repubblica.
Nello specifico, le indagini e gli accertamenti eseguiti dai militari, sotto la direzione dell’autorità giudiziaria del capoluogo, hanno riguardato una persona gravata da precedenti penali relativi alla coltivazione e lo spaccio di sostanze stupefacenti, il quale, alla luce della condotta e del tenore di vita, si ritiene che viva abitualmente, anche in parte, con i proventi delle attività delittuose.
Gli accertamenti economico, finanziari e patrimoniali, infatti, hanno consentito di porre in evidenza la “sproporzione” tra gli esigui redditi dichiarati dal nucleo familiare dell’indagato e gli incrementi patrimoniali registrati nel periodo di riferimento, nonché la disponibilità indiretta di beni immobili e mobili, per i quali è stato possibile presumere che gli stessi, seppur formalmente intestati a persone facenti parte del proprio nucleo familiare, fossero il frutto o il provento dei traffici illeciti riconducibili al prevenuto.
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