Il popolo del Reddito di Cittadinanza torna a protestare a Palermo. Non si ferma infatti la mobilitazione dei disoccupati palermitani che percepiscono sussidio che nei giorni scorsi hanno organizzato un corteo per le vie del centro del capoluogo siciliano.
In programma un’altra manifestazione di protesta
Il prossimo mercoledì 21 dicembre i percettori torneranno in piazza con le stesse parole d’ordine: “Lavoro immediato o il Reddito non si tocca”. A distanza di una settimana dalla prima manifestazione dello scorso martedì 29 novembre, partita da piazza Marina e arrivata davanti il palazzo della Regione Siciliana, prendono nuovamente parola i tre organizzatori, Davide Grasso, Tony Guarino e Giuseppe De Lisi. “Siamo molto soddisfatti del numero di percettori di Reddito che hanno risposto all’appello e sono scesi in piazza contro la nuova manovra del Governo Meloni, che prevede l’abolizione del Rdc – spiega Davide Grasso -.. Come organizzatori della protesta siamo stati ricevuti da una delegazione della Regione Siciliana, in particolare dall’Assessore Regionale del Lavoro Albano, che ci aveva garantito di farsi carico di portare le nostre richieste al governo centrale. Dopo una settimana, non abbiamo ricevuto risposte e siamo pronti a tornare in piazza”.
La protesta dalla Zisa al palazzo della Regione
A lanciare l’appello sono ancora le associazioni di volontariato “Basta Volerlo” e “Aps Puc – Palermo Help” che in questi anni hanno tenuto i percettori impegnati nello svolgimento di lavori utili nei quartieri di Palermo. Questa volta partiranno alle 9 dal Castello della Zisa e torneranno a reclamare attenzione davanti a Palazzo d’Orleans, con l’obiettivo di attraversare strade non pedonali e svolgere una manifestazione più decisa, che crei disagi in una zona molto trafficata della città.
Le richieste dei percettori che rischiano di perdere il beneficio
Garantire il lavoro a tutti i percettori, soprattutto a quelli ai quali verrà abolito il Reddito di Cittadinanza dal 31/08/2023, garantendo allo stesso modo un percorso formativo che non può essere sostitutivo al sostentamento economico; assicurare che le offerte di lavoro provengano da un’azienda appartenente al proprio comune di residenza o al massimo da un paese limitrofe; attivare un piano di sviluppo economico al Sud e in Sicilia, incentivando gli imprenditori a investire qui; potenziare i Centri per l’impiego affinché tutte le offerte di lavoro passino obbligatoriamente dallo stesso centro, facendo in modo che tutte le aziende assumano attingendo direttamente da una lista di disoccupati che sia visibile a tutti, garantendo la trasparenza. Queste le richieste dei manifestanti come spiega Giuseppe De Lisi.
“Vogliamo un passo indietro nella manovra di bilancio”
“Avevamo avvisato il governo regionale e quello nazionale che si trattava solo del primo passo. Non ci fermeremo finché non si farà un passo indietro sulla manovra di bilancio. Abolire il Rdc, senza prima aver garantito un lavoro dignitoso a tutti i percettori, è un attacco al Sud e alla Sicilia in cui il tasso di disoccupazione e quello di povertà assoluta e relativa sono alle stelle. Torniamo in piazza mercoledì 21 dicembre perché non abbiamo alcuna intenzione di mollare”, conclude Tony Guarino.
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