Marco Intravaia si candida all'Ars per FDI

“La politica del fare è il metodo vincente per risollevare la Regione”

Giovane, ma con alle spalle già una lunga esperienza amministrativa, per Marco Intravaia la politica coincide con il “fare”. Presidente del Consiglio Comunale di Monreale e già segretario particolare del presidente della Regione Nello Musumeci è stato assessore e consigliere comunale, fin da giovanissimo. La sua vita è stata segnata dal dramma dell’attentato di Nassirya, dove a perdere la vita c’era anche suo padre, il vicebrigadiere Domenico.

Amministratore determinato già a 21 anni

A 21 anni Intravaia amministrava Monreale da assessore e sedeva in Consiglio comunale. Già allora provava in ogni modo a cercare risorse per realizzare opere che valorizzassero il turismo e migliorassero la qualità della vita dei suoi concittadini, scontrandosi spesso con il disinteresse dei politici locali che pur erano presenti al Parlamento regionale e nazionale. L’esperienza maturata come funzionario alla Commissione antimafia, prima, e accanto al presidente della Regione, dopo, ha corroborato la sua determinazione. Forte di un’inossidabile amicizia e collaborazione con il sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono, da presidente del Consiglio comunale ha assicurato equilibrio a tutte le forze politiche continuando, nel contempo, ad intercettare finanziamenti per opere che la sua città e la provincia attendevano da tempo.

Intravaia, la politica del “fare”

Nei suoi incontri con supporter e simpatizzanti preferisce parlare di fatti piuttosto che di promesse. “Con le parole – suole dire – si può costruire di tutto. Bisogna invece essere concreti. Se una persona si ammala, si rivolge non ad un medico simpatico che gli fa promesse vaghe di guarigione e battute di spirito, ma ad un professionista serio e competente che intraprende la terapia più efficace. Questa è la metafora della nostra Sicilia, una terra malata che ha bisogno di politici seri e competenti”.

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Al pronome di prima persona singolare preferisce l’uso della prima persona plurale, convinto che ad essere vincente non è mai il singolo, ma la squadra. Di fronte alle difficoltà e agli ostacoli si fa guidare dal motto “si può fare”. E così si è impegnato senza risparmiarsi per restituire il cinema, chiuso da oltre un trentennio, alla sua città e finanziare il recupero del campo di calcio di Monreale, la riqualificazione del quartiere San Giovanni a Piana degli Albanesi, di piazza Umberto I a Palazzo Adriano, del quartiere San Vito a Bisacquino, il raddoppio dell’Ismett, le chiese di Chiusa Sclafani, il porticciolo di Balestrate, il recupero litorale di San Nicola l’Arena a Trabia. Solo per fare una manciata di esempi. Con lui, la Settimana di Musica Sacra di Monreale ha avuto una ribalta internazionale e il Giro d’Italia, per la prima volta nella storia, è partito dalla città normanna, attraendo l’attenzione della stampa nazionale e internazionale.

Il suo programma: continuare con le opere e le infrastrutture

“Le tante cose fatte – sostiene spesso – sono un monito a perfezionarle e a farne tante altre. Le opere infrastrutturali, i collegamenti viari, le nostre meravigliose chiese, i monumenti sono alla base di quello sviluppo economico e turistico che darà un futuro ai nostri figli. I giovani siciliani che vorranno lasciare la loro terra dovranno farlo solo per scelta e non più per necessità. Per decenni siamo stati stretti nella morsa dell’immobilismo politico. Le difficoltà sono tante, è vero, ma noi abbiamo dimostrato che si può fare, che opere impantanate da anni si possono sbloccare, che chiese cadenti possono tornare all’antico splendore, che infrastrutture moderne possono nascere anche da noi: l’abbiamo fatto e continueremo a farlo”.

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