Quasi 600 milioni di euro pronti e disponibili ma che i comuni siciliani non riescono a spendere per sistemare i propri depuratori, riqualificare le coste e ripulire il mare. E a fronte di ciò multe milionarie in arrivo dall’Europa proprio per l’inquinamento costiero e marino.

E’ la condizione assurda in cui versa la Sicilia. In realtà il problema è italiano e non solo siciliano, ma per più della metà degli interventi sotto la lente di ingrandimento di Bruxelles, si tratta di opere necessarie e già finanziate in Sicilia.

I fondi stanziati per i depuratori nell’isola ammontano a poco meno di 900 milioni di euro ma, come racconta questa mattina il giornale la Repubblica in edicola, solo 40 interventi per un totale di 305 milioni potranno partire entro quest’anno e 36 dovrebbero avere avvio entro giugno. Si tratta solo di un terzo dell’intera somma disponibile da anni nonostante la situazione sia nota da 15 anni e da 13 anni l’Europa abbia già diffidato Italia e Sicilia su questo tema.

Alla fine del 2016 al nostro Paese era stata comminata una multa da 63 milioni di euro e una parte consistente riguarda proprio la Sicilia. Dal primo gennaio di quest’anno ogni giorno di ritardo ci costa una multa da 346 mila euro.

Questi dati sono contenuti nella relazione finale del commissario per la depurazione in Sicilia, l’assessore regionale ad energia e rifiuti Vania Contrafatto. Dal commissariamento ad oggi sono stati sbloccati 40 interventi: 34 da far partire entro giugno e 6 entro la fine del 2017. Due di questi, i più consistenti, riguardano Palermo ovvero il depuratore di Acqua dei Corsari e il collettore sud orientale; altri due sarannpo realizzati a Castelvetrano e Campobello di Mazara nel Trapanese.

Resta in piedi, però, l’istruttoria di infrazione Europea per 175 dei 390 comuni siciliani e ben 600 milioni di euro bloccati. A fronte di ciò 48 chilometri di costa risultano inquinati e ben 22 sono a Palermo anche se resta il giallo sul mare della costa sud, gli antichi Bagni Virzì, la costa di Romagnolo e così via. Per il comune si tratta di costa risanata ma per la Regione non è così