Marzia Sabella è la nuova vicaria della Procura di Palermo. In pratica diventa il “capo” procuratore in sostituzione del partente Francesco Lo Voi, che andrà a Roma, e del vicario Salvatore De Luca, chiamato a giorni ad insediarsi alla guida della Procura di Caltanissetta. Cinquantaduenne anni, originaria della provincia di Agrigento, la Sabella è considerata la memoria storica al palazzo palermitano. Dal 1993, poco dopo le terribili stragi in cui morirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha varcato la porta della Procura del capoluogo siciliano ed è sempre rimasta al suo interno sino ad oggi. Moltissime inchiesta delicate sono passate dalle sue mani.
Il primo processo di spessore
Diplomata al classico, si è laureata in giurisprudenza a Milano. E’ sorella di un altro magistrato molto in vista, Alfonso Sabella, che fu sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo di Gian Carlo Caselli ed assessore alla Legalità di Roma. Marzia Sabella dal 1996 indagò su casi di stupri e pedofilia: il primo processo interamente istruito fu ai pedofili di Ballarò, a Palermo. Un dibattimento particolarmente delicato perché all’epoca non c’erano leggi ad hoc e non c’era una grande sensibilità sull’argomento.
Il passaggio alle indagini di mafia
Dal 2001 fu incaricata di occuparsi d’indagini di mafia. E qui arrivò un altro importante tassello della sua carriera, vale a dire la cattura di Binnu Provenzano, che fu per decenni a capo della mafia siciliana e dei sanguinari corleonesi. Personalmente interrogò la primula rossa e la Sabella sostenne che in quel momento capì che Provenzano, nella forma, non era il “vero boss”. Lo era invece nella sostanza e lo dimostrarono i pizzini con cui dava ordini agli affiliati di tutti i mandamenti.
Gli incarichi di oggi
Dal 2017 ad oggi la Sabella è un procuratore aggiunto alla Procura di Palermo e coordina il settore delle misure di prevenzione, altro ambito delicatissimo. Rimarrà vicario sino a che non arriverà il successore di De Luca ma è ipotizzabile che ci vorranno diversi mesi.
Commenta con Facebook