Matteo Messina Denaro è stato affiliato in un preciso contesto massonico, in una precisa Super Loggia. Da questa è stato protetto e da questa è stato sacrificato”.  La parole di Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico, faranno certamente discutere. Magaldi, storico e saggista, ha analizzato la vicenda del boss di Castelvetrano in una puntata del canale youtube Bordernigths. In un suo recente saggio dal titolo “Massoni”, il grande maestro e fondatore del movimento roosveltiano aveva raccontato l’esistenza di circuiti sovranazionali massonici, le cosiddette Ur-Lodges.

Un codice simbolico per comprendere la cattura di Messina Denaro

Per Magaldi,  “Matteo Messina Denaro non è stato arrestato, non si è consegnato per così dire, per caso e con una tempistica casuale. Messina Denaro è un massone, ancorché contro- iniziato. Ma non bisogna cercare le sue più rilevanti connessioni massoniche sul territorio del Trapanese. Non nel senso che non ci siano, ma nel senso che quelle logge spesso spurie, irregolari, o quei massoni appartenenti a logge regolari sospettati di essere supporter di Messina Denaro, rispondono a logiche che non riconducono al Goi (Il Grande Oriente d’Italia) ma conducono ad altre reti”.

La Super Loggia di Messina Denaro

Nella sua analisi, il saggista sostiene l’esistenza di “filiere massoniche sovranazionali che hanno dei terminali anche nelle massonerie ordinarie. Esiste una filiera  che porta dalle Super Logge sino alla cosche mafiose ed a alcune logge massoniche o ad alcuni singoli massoni che stanno sul territorio. La mafia è il terminale dei poteri massonici sovranazionali”.

Magaldi, nel corso del suo intervento, individua alcune analogie “simboliche” nella cattura dei boss di Cosa Nostra degli ultimi trenta anni: Riina nel 1992, Provenzano nel 2006 e Messina Denaro nei giorni scorsi. Secondo Magaldi esisteebbe un codice da decrittare nelle date e negli accadimenti di quei tre episodi. Un codice tutto massonico. Si tratta, ovviamente, di ricostruzioni tutte frutto della competenza di Magaldi ed al saggista, quindi, unicamente a lui riconducibili. Magaldi, però, non dice nulla su tempi e modalità dell’affiliazione massonica del boss. E nulla viene detto su quale sia la loggia in questione.

Principato, “una rete massonica ha protetto Messina Denaro”

Dell’affiliazione di Messina Denaro alla Massoneria aveva parlato in passato l’ex collaboratore di Giustizia, Giuseppe Tuzzolino, poi condannato per calunnia e ritenuto non credibile. Anche Teresa Principato, magistrato della DDA che per anni è stata sulle tracce del mafioso, ha sostenuto recentemente che, durante la sua latitanza, l’ultimo dei Corleonesi ha potuto contare “su una rete di copertura di carattere massonico che lo ha protetto in tutto il mondo”. Personaggi del mondo della massoneria hanno sempre ruotato intorno a Messina Denaro durante gli anni della latitanza. Anche Nino Vaccarino era un “fratello”. L’ex sindaco di Castelvetrano era stato arruolato dal Sisde ai tempi del Generale Mario Mori con il compito di far catturare Provenzano e Messina Denaro,. Vaccarino cominciò una corrispondenza epistolare con Messina Denaro: l’ex sindaco siglava le sue missive con il nome in codice Svetonio, Messina Denaro rispondeva firmandosi “Alessio”.

Tumbarello e Vaccarino, un salto indietro a venti anni fa

E infine: il Grande Oriente d’Italia ha sospeso dalla Massoneria il medico Alfonso Tumbarello, iscritto nel registro degli indagati nei giorni successivi alla cattura del latitante. E’ stato il medico che ha fornito ad “Andrea Bonafede”, l’alias utilizzato da Messina Denaro, alcune certificazioni utili per accedere alle cure sanitarie.

Nell’ultima puntata di Report, il programma di inchiesta di Rai, condotto da Sigfrido Ranucci, è emerso un collegamento tra Tumbarello e Vaccarino. Secondo Report, nel 2001  Vaccarino chiede ad Alfonso Tumbarello di organizzare un incontro con il fratello del boss Salvatore Messina Denaro. L’ex sindaco di Castelvetrano racconterà questo episodio nel corso di un’udienza del 2012. Vaccarino spiega che nel 2001 Tumbarello organizzò all’interno del suo studio a Campobello di Mazara il colloquio con Salvatore Messina Denaro, anche lui paziente del medico massone. Tre anni dopo quell’incontro favorito da Tumbarello, Antonio Vaccarino, con lo pseudonimo di Svetonio, avvierà per conto del Sisde di Mario Mori la corrispondenza epistolare con il boss latitante.

 

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