Un lungo applauso accompagna il presidente del Consiglio quando dice che oggi ha portato un fiore a Pio La Torre come simbolo della lotta a tutte le forme di criminalità. “Questa è la battaglia che deve unire tutte insieme le persone perbene. Le vite spezzate non sono state la fine delle loro idee. Le loro idee di tutti gli uomini e le donne morti nella lotta camminanonsulle nostre gambe e noi dobbiamo esserne all’altezza”.

Matteo Renzi è arrivato alle 17 a Palermo, con un’ora e mezzo di ritardo all’officina del tram di Brancaccio, a causa della chiusura dell’aeroporto di Catania per un atterraggio di emergenza che ha costretto la società di gestione a dirottare alcuni voli a Palermo e Comiso.

Renzi è in città per firmare il Patto per Palermo con il sindaco Leoluca Orlando e alla presenza del governatore siciliano Rosario Crocetta. “Questo patto per Palermo – spiega il presidente della Regione – è solo una quota del più generale patto per la Sicilia grazie al quale contiamo di ammodernare l’isola non solo sul fronte della infrastrutture e di dar vita a mille cantieri nei prossimi sei anni che daranno tanto lavoro e rotante infrastrutture utilizzabili dai siciliani creando di fatto progresso. Noi puntiamo a far crescere il Pil con questi fondi e con quelli comunitari 2014/2020”.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ha fatto gli onori di casa, introducendo il discorso del premier: “Caro presidente Renzi, noi a Palermo abbiamo messo a posto i conti della città e oggi ci sentiamo in grado in grado di parlare e di dissentire dall’autorità che ci viene imposta e chiediamo di poter crescere. Abbiano scelto la mobilità sostenibile come dimostrano queste linee del tram e le altre che realizzeremo con questi fondi grazie a questo patto”

“Ora – ha aggiunto Orlando – dobbiamo mettere a posto anche altro come ad esempio la vicenda Almaviva settore nel quale non si possono consegnare i lavoratori ad un mondo che crea condizioni al ribasso in danno proprio dei diritti dei lavoratori”.

Poi la parola è passata al premier: “Siamo qui per firmare un patto con delle cose precise. Sono cose sulle quali il sindaco di Palermo controlla il presidente del consiglio, il Presidente del consiglio controlla il sindaco di Palermo e I cittadini controllano entrambi sul rispetto dei tempi, delle opere e sulla loro fruibilità. Una parte della classe politica è stata campionessa di rinvii invece questo patto mette Nero su bianco tutto e se qualcuno non fa qualcosa gli si potrà chiederne conto. Nelle prossime settimane firmeremo un patto analogo con la Regione”.

Per Renzi “il Mezzogiorno non può essere raccontato come un insieme di problemi. Bisogna smetterla di piangerci addosso e parlare della bellezza dei paesaggi delle opere d’arte e guardare il bicchiere mezzo pieno. Dobbiamo sporcarci le mani per far ripartire il Mezzogiorno e la Sicilia”.

E riguardo alla riapertura del tratto stradale sul viadotto Himera, il premier ha spiegato: “Abbiamo inaugurato un viadotto qualunque non una grande opera non un’opera nuova.  Mi hanno chiesto che ci fa il presidente del consiglio a piccoli eventi come questo. Per me é  un segnale perché dobbiamo dimostrare che sappiamo prenderci cura di ciò che abbiamo non possiamo fare cadere tutto a pezzi. Questo è  l’inizio di un cambio di rotta”.

E infine Renzi ha anche voluto rivolgersi ai lavoratori di Almaviva, presenti all’officina insieme ad altre delegazioni di lavoratori, che rischiano di perder il posto di lavoro dopo l’annuncio della società di voler procedere a migliaia di esuberi. “Non dobbiamo dimenticare, però mai le persone. Viviamo grandi crisi aziendali come quella di Almaviva e i ragazzi del call center oggi sono qui fuori e oggi parlo anche con loro. Ma penso anche all’edilizia che è stata letteralmente dimezzata in questi anni per numero di occupati. Sono crisi sulle quali noi ci spendiamo ogni giorno che sono e restano al centro della nostra attenzione. Noi siamo qui dateci tutti una mano nell’interesse di tutti noi”.

Al termine del discorso del premier un lungo applauso ha salutato la firma del Patto prima che Renzi si allontanasse per salutare i manifestanti e andare via.

 

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