Noi siamo qui per offrire ai palermitani e ai siciliani la possibilità di scegliere. Senza di noi ci sarebbero solo Crocetta, Cuffaro e Alfano”.

Matteo Salvini torna in Sicilia e arriva allo zen a bordo del lapino di Isamele La Vardera accompagnato dal candidato sindaco. Dopo una passeggiata per le vie del quartiere incontrando la gente, il leader della Lega si ferma in un bar e risponde ai giornalisti

“Abbiamo scelto di non chiacchierare ma ascoltare incontrare e sostenere Ismaele La Vardera per cercare di riunire questa Italia che merita di più. In queste ore stanno sbarcando in Italia altri 3 mila disperati se questi a Taormina chiacchierano le cooperative e la mafia fanno quattrini. Penso che ci si può aspettare poco dai chiacchieroni di Taormina. Saremo costretti a fare da soli”.

“Per quanto riguarda le elezioni di Palermo gli altri hanno una marea di soldi di appalti. Gente che entra e esce dalla galera. Noi siamo sempre stabilmente fuori a volto pulito a testa alta e offriamo o ai palermitani la possibilità di scegliere. La Sicilia non è solo Crocetta, Cuffaro e Alfano. La Sicilia più la conosco e più mi piace. Ha, purtroppo una delle classe politiche più incapaci, più sprecona e meno efficiente e onesta che io abbia incontrato in Italia. Ovunque si volti uno non trova molto  di positivo. Purtroppo sia a destra che a sinistra. Altrimenti non ci sarebbe una disoccupazione giovanile al 60 per cento non ci sarebbero i viadotti autostradali che crollano ferrovie ferme a 50 anni fa non ci sarebbe un immigrazione che a Mineo fa disastri”.

“Più immigrati sbarcano più il rischio terrorismo aumenta. La soluzione della sinistra è regalare cittadinanza e diritto di voto. La soluzione della mia e della Lega è offrire accoglienza a chi merita e aumentare i controlli prevenire e meglio che curare. Si rischia di portare la guerra civile in Italia”.

Salvini nella sua giornata palermitana prevede anche un pranzo a base di cibo da strada, un incontro più istituzionale con le categorie produttive e una preghiera per i martiri siciliani davanti all’albero falcone prima di andare via dal capoluogo isolano