Alle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Partinico hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 11 indagati (3 custodie cautelari in carcere, 5 arresti domiciliari e 3 sospensione dal pubblico ufficio o servizio), accusati a vario titolo per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato.

Gli indagati nell’operazione

Il gip Elisabetta Stampacchia ha disposto gli arresti in carcere per Giuseppe Gaglio, 61 anni di Partinico (Palermo), Massimiliano Terzo 43 anni ai Palermo, Gaetano Di Giovanni, 60 anni, di Raffadali. Ai domiciliari sono finiti Giuseppe Chiaramonte 45 anni di Palermo, Francesco Chiavello, 62 anni di Partinico (Palermo) Salvatore Lo Biundo, 54 anni di Partinico (Palermo) Maria Pia Falco, 57 anni di Marsala (Trapani), Aldo Raimondi, 65 anni di San Cataldo (Caltanissetta). Sospensione del pubblico ufficio Maria Rita Milazzo, 56 anni, Bisacquino (Palermo) Michela Sclafani, 62 ani (Palermo) e Antonio Geraci, 60 anni di Palermo.

L’indagine ha delineato l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione, composta da quattro persone al vertice di una cooperativa di servizi socio-sanitari con sede a Partinico.

Ex sindaci e comandanti della polizia municipale

Tramite la cooperativa, i quattro soci, avrebbero avvicinato pubblici ufficiali, sette tra dirigenti o funzionari dei comuni siciliani di Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo, Agrigento, della Città Metropolitana di Palermo, oltre ad un ex Sindaco di Partinico (al momento dei fatti privo di ruoli nella pubblica amministrazione), che avrebbero corrotto attraverso dazioni di denaro, regalie e cene offerte in noti ristoranti.
Inoltre, numerose sarebbero state le assunzioni alle dipendenze della cooperativa di persone indicate dai pubblici ufficiali.

L’obiettivo sarebbe stato di velocizzare i pagamenti e le liquidazioni da parte degli enti locali nei confronti della cooperativa o aggiudicarsi costosi appalti per servizi pubblici relativi ad attività socio-assistenziali, quali l’assistenza domiciliare di disabili e anziani, il trasporto di disabili presso istituti scolastici o sanitari, servizi in ambito educativo di minori come asili nido e centri ricreativi estivi.
Sarebbe stata inoltre rilevata l’emissione di una fattura per la retribuzione di servizi mai prestati di circa 30.000 euro da parte della cooperativa, poi spesata dall’ente pubblico.

Tra le varie acquisizioni, gli investigatori avrebbero individuato in un noto e caratteristico borgo nei pressi di Partinico, il luogo abituale d’incontro tra i vertici della cooperativa e alcuni dei pubblici ufficiali compiacenti, dove sarebbero stati rinsaldati i reciproci illeciti legami.
Il Giudice per le Indagini Preliminari ha contemporaneamente disposto il sequestro preventivo di una somma di oltre 50.000 euro, di alcuni gioielli e della stessa cooperativa, la quale ha un fatturato annuo di circa 13.000.000 di euro e oltre 1250 dipendenti.

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