Domani alle 10 protesta in piazza Verdi a Palermo dei medici abilitati in attesa di poter accedere al concorso di specializzazione. Anche i medici palermitani hanno aderito alla protesta nazionale iniziata la settimana scorsa in varie città italiane.

In questi mesi di pandemia ci sono 24.000 medici che restano a casa. “Possiamo definirci Medici in Ostaggio, del ministero, – dicono i medici in una nota –della burocrazia della legge italiana, di una organizzazione fallace delle procedure di accesso alle scuole di specializzazione”.

Ecco le tappe che hanno portato ad organizzare la protesta- Quest’anno il concorso anziché essere a luglio è stato posticipato al 22 settembre. I 5 ottobre doveva uscire la graduatoria, ma nulla. Il 7 ottobre è stato annullato un quesito del concorso. Il 26 ottobre è stata pubblicata una graduatoria provvisoria. Il 9 novembre è stato pubblicato un annuncio indicando il “nuovo cronoprogramma (1.0)”, che fissa la fase di scelta per il 23-27 novembre, le assegnazioni per il 30 novembre, immatricolazioni 1-9 dicembre. Primo scaglione straordinario fissato al 17 dicembre.

Ed invece ancora è tutto bloccato e non si sa quando arriveranno le assegnazioni.

– 23 NOVEMBRE aprono la fase di scelta alle 22 di sera. Quindi la prolungano fino al 30 novembre. Nel frattempo alcuni ricorsi vengono vinti, altri persi: cambia la posizione del singolo candidato in graduatoria, che ricordiamo, permane provvisoria.

-30 NOVEMBRE in seguito all’esito di un ricorso, vengono inseriti in graduatoria alcuni partecipanti e viene prolungata ulteriormente la fase di scelta per permettere a questi di poter esprimere le loro preferenze. La graduatoria subisce ulteriori modifiche

-1 DICEMBRE segue nuovo cronoprogramma (2.0), che ci avvisa che giorno 3 DICEMBRE saranno rese note le assegnazioni e che le immatricolazioni saranno effettuate dal 4 al 10 dicembre. La presa di servizio rimane fissata al 30 dicembre.

-2 DICEMBRE un collega scopre che probabilmente l’indomani non sarebbero state rese note le assegnazioni. Infatti, a causa di una delle due domande che erano state contestate, viene pubblicato un decreto che precisa:
“Le ulteriori procedure concorsuali (assegnazioni, etc.) andranno svolte successivamente alla decisione cautelare collegiale (prevista per il 15 dicembre)”.
Al panico generale segue una disperata conferma o smentita a quanto detto dal CdS.
Tramite le associazioni, in contatto con il Ministero viene confermato che le assegnazioni sarebbero state il 3/12.

-3 DICEMBRE non c’è traccia delle assegnazioni, il ministero continua a non dare risposte, alle 19:30 un nuovo decreto: le assegnazioni non saranno pubblicate prima del 15/12, in attesa della riunione del consiglio di stato. Il tutto accompagnato da un video ministro Manfredi, che si scusa chiedendoci di pazientare ancora “qualche giorno”, assicurandoci che questo ritardo non inficerà in alcun modo la nostra formazione.

Attualmente al 5/12 attendiamo un nuovo-nuovo-nuovo cronoprogramma (era il 3.0 o il 4.0?), con assegnazioni certamente rimandate a dopo il 15 dicembre, ma con presa di servizio sempre al 30 dicembre (perché altrimenti perdono i fondi).

Quindi, i fortunati che, classificandosi nelle prime 14mila posizioni, saranno vincitori di una borsa di studio, qualora fossero assegnati in una sede lontana dalla propria provincia o regione, dovrebbero riuscire a:
-immatricolarsi in tempo utile, pena la decadenza, mediante procedura interamente online in segreterie probabilmente in ferie per le vacanze di Natale;

-dare le dimissioni in tempo utile da lavori che attualmente li trovano in prima linea a combattere la pandemia e che risultano incompatibili con la scuola di specializzazione (USCA in primis, che di conseguenza rischiano di trovarsi svuotate con pochissimo preavviso);

-Trovare una casa, senza neanche poterla vedere fisicamente perché impediti dal DPCM, in appena dieci giorni, sotto le feste natalizie e in piena pandemia, per essere pronti in reparto a lavorare dal 30 DICEMBRE.

A QUESTO PUNTO, DOPO L’ENNESIMO RINVIO, CHIEDIAMO:
1. pubblicazione immediata di una data certa di presa di servizio (da questo momento denominata “pds”), potendo presumibilmente immaginare che il 17/12 saranno rese pubbliche le assegnazioni in seguito alla pronuncia del CdS sull’annosa questione della domanda 87. Tale data della pds dovrebbe tener conto della necessità del 70% dei futuri specializzandi di spostarsi in regioni differenti da quella di residenza, con i disagi logistici e burocratici che ciò comporta.

2. la data della pds dovrebbe permettere prima di essa almeno 2/3 sessioni straordinarie di scorrimento, in modo tale da ridurre ulteriormente i disagi e la perdita prematura di borse, garantendo inoltre quanto previsto dal bando originale. Ricordiamo che il bando prevede per ogni sessione un tempo di 4 giorni lavorativi.

3. considerati i punti (1) e (2), si ritiene improbabile che la soluzione migliore per i neo-specializzandi sia il mantenimento della pds al 30/12, e che si necessiterebbe di almeno 2 settimane in più. Rientra in questo passaggio il problema dell’utilizzo dei fondi, che essendo previsti per l’A.A. 19/20 dovrebbero essere usati entro il 31/12/20; per tale motivo si richiede se sia possibile usare nomine con decorrenza retroattiva per spostare la pds a inizio 2021 senza perdita di alcun tipo di fondo.

4. se questo spostamento non fosse possibile per motivi finanziari, si richiede la massima flessibilità da parte dei Direttori di Scuola nei giorni della pds, e ancor più si richiede anche per gli specializzandi che hanno preso servizio alla data fissata la possibilità di partecipare agli scorrimenti per almeno i primi 12 giorni lavorativi (attualmente impedito da art. 10 comma 2 del bando del 24/07/20), rimettendo in gioco la borsa che viene lasciata e che lo specializzando in questione non avrà ancora percepito per il primo mese.

5. si richiede un intervento del MUR nel fornire un documento ufficiale riconosciuto dalle autorità locali che permetta ai neo-specializzandi di spostarsi liberamente tra province e regioni per le necessità relative alla pds, dato il DPCM in vigore nel periodo delle festività.

6. molti dei futuri specializzandi sono impegnati in prima linea sul territorio nell’emergenza Covid-19. Le USCA potrebbero trovarsi svuotate al momento della pds: onde evitare disagi per i pazienti e sanzioni per i medici, si richiede il riconoscimento delle USCA sopracitate come Continuità Assistenziale compatibile con la frequenza delle Scuole di Specializzazione.

7. Richiesta di finanziamento di un adeguato numero di contratti di specializzazione per l’anno 2021, volto ad abolire l’imbuto formativo.

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