Mille fiaccole in corteo in occasione della 29° edizione della tradizionale Fiaccolata in memoria del giudice Paolo Borsellino, e degli agenti della scorta.

È partita dalla Statua della Libertà (piazza Vittorio Veneto il nome in toponomastica) la fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino. Tradizionale anche il percorso che dalla Statua della Libertà arriva fino in via d’Amelio, passando per via Libertà e via Alessi (ex via Autonomia Siciliana).

Il corteo, organizzato da Comunità 92 e Forum XIX Luglio come sempre si è svolto in silenzio e si è concluso con la deposizione di una corona di fiori e l’intonazione dell’inno italiano.

Oltre mille in piazza, Ministri e personalità

Oltre un migliaio i presenti alla manifestazione tra cittadini (siciliani e non), associazioni, rappresentanti degli enti locali ed esponenti del parlamento e del governo: tra questi ultimi figurano il ministro dello Sport Andrea Abodi, il ministro per i Rapporti con il parlamento Luca Ciriani, la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, la presidente della commissione parlamentare Antimafia Chiara Colosimo e il presidente della commissione Giustizia Ciro Maschio. Presente anche Arianna Meloni, sorella della premier e figura di spicco di Fratelli d’Italia. 

La più longeva manifestazione antimafia in Sicilia

La Fiaccolata si conferma la più longeva manifestazione antimafia in Sicilia, capace negli anni di aggregare trasversalmente migliaia di siciliani (e tanti altri cittadini di altre regioni) nonostante sia stata ideata, nel 1996, dal movimento giovanile di Alleanza Nazionale.

Scarcerazione Brusca ferita ancora aperta

La manifestazione è stata aperta dallo striscione di Gioventù Nazionale con la scritta “Nessuna tregua alla mafia”. Un richiamo alla scarcerazione anticipata di Giovanni Brusca che non è solo una ferita aperta per le vittime e i familiari. È il segno di una legge sui collaboratori di giustizia che, pur concepita da Giovanni Falcone come arma potente contro la mafia, oggi mostra storture inaccettabili.

“Chi tradisce la mafia – ha detto Mauro La Mantia Portavoce di “Comunità 92” – non diventa automaticamente un santo. Chi ha spezzato vite non può tornare a goderne la libertà come se nulla fosse. È necessario un intervento legislativo per evitare che la giustizia si trasformi in uno spettacolo grottesco di premi a carnefici diventati pentiti.”