Una giovane mamma palermitana di 28 anni è stata arrestata dagli agenti della sezione di polizia giudiziaria presso la procura di Palermo accusata di gravi maltrattamenti fisici, psicologici e lesioni personali perpetrati ai danni del figlio minore in tenera età. Il codice rosso è scattato dopo alcune segnalazioni su quanto avveniva nel nucleo familiare.
Il provvedimento
Il provvedimento è stato emesso dal gip di Palermo su richiesta dalla procura dipartimento violenza di genere, violenza domestica e tutela delle vittime vulnerabili. Il personale della sezione polizia di Stato ha indagato monitorando di giorno e di notte per prevenire qualsiasi pericolo per il bimbo oggetto di violenza. Fondamentale la collaborazione che si è avuta tra gli investigatori con il personale in servizio nella scuola frequentata dal minore. Le violenze non sarebbe state solo fisiche, ma anche verbali e psicologiche.
La mamma, minacciando gravi conseguenze, avrebbe provato a condizionare il piccolo figlio a mentire agli insegnanti della scuola in riguardo alla natura dei graffi visibili che lei stessa gli avrebbe provocato. Nel corso dei pedinamenti gli agenti avrebbero scoperto che l’indagata avrebbe esposto il figlio a contesti sociali degradati e criminali. Nel corso della esecuzione della misura restrittiva, è stato essenziale l’impiego di personale femminile della sezione di polizia giudiziaria della polizia di Stato, specializzato in reati di violenza domestica, a garanzia soprattutto del minore. L’indagata è stata portata in carcere al Pagliarelli.
L’arresto a Messina
Un uomo di ventinove anni, messinese, è stato arrestato nei giorni scorsi dagli agenti della squadra mobile, poiché gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti contro familiari per aver messo in atto reiterate condotte di violenza, fisica e psicologica, nei confronti della ex compagna.
Minacce di morte ed aggressioni fisiche
In particolare, secondo gli elementi acquisiti, l’uomo, in più occasioni, l’ha minacciata di morte aggredendola verbalmente e fisicamente con calci, pugni e schiaffi, anche alla presenza dei bambini.
Anche dopo la separazione
Le condotte vessatorie sono state commesse durante la convivenza; ma anche dopo la separazione, mai accettata, spesso attraverso l’invio di video o pubblicando sullo stato di whatsapp foto di pistole e fucili accompagnate da messaggi gravemente minatori; in un video, inviatole dopo la separazione, la persona arrestata brandiva una pistola, accompagnando l’atto con velate minacce.
Aggredita anche quando era in gravidanza
Le aggressioni non si sono fermate neanche durante il periodo in cui la donna era in stato di gravidanza, costringendola a vivere in un clima di totale sopraffazione, violenza fisica e continue umiliazioni.
L’intervento delle volanti
L’intervento della sezione della squadra mobile, specializzata nei reati in danno delle fasce deboli, ed i successivi approfondimenti investigativi hanno consentito di delineare le responsabilità dell’indagato.
In carcere
Pertanto, sulla scorta degli elementi emersi a suo carico e raccolti dalla polizia, la procura della repubblica ha richiesto il provvedimento restrittivo al giudice per le indagini preliminari, che ne ha tempestivamente condiviso il quadro probatorio, applicando nei suoi confronti la misura della custodia cautelare in carcere
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